Attualità

Un calcio al Pipe De Oro

La droga ci ha portato via Maradona. E c’è ancora chi sostiene che la droga fa bene.
Ho contattato Maradona una ventina di anni fa, durante il mio mandato all’ONU, perché ero al corrente del suo problema, sapevo che stava lottando con tutte le sue forze contro la dipendenza da cocaina, e volevo proporgli di fare da ambasciatore antidroga per l’UNODC.
Inviai un funzionario a Cuba, dove Maradona era in cura seguito con grande apprensione dal suo amico Fidel Castro, e ricevetti una risposta tristissima: era commosso dalla proposta, ma era un niño onesto: non credeva di potercela fare. La Signora era più forte di lui, e non voleva procurarci imbarazzo nel caso di ricaduta.
Se fosse diventato ambasciatore del programma ONU antidroga e poi non fosse riuscito ad uscire dalla maledizione, avrebbe fornito la prova che la Signora era invincibile. «Più forte di Maradona?», gli scrissi in un messaggio. «Sì. E non voglio fare danni. Se non ne esco io, come può sperare di uscirne un niño di favelas?». Mi rispose sconsolato.

Accettammo a malincuore la risposta. A malincuore, ma fummo costretti a farlo. Perché non era, purtroppo, il primo caso di una celebrità che palesava tutta la sua fragilità di fronte alla seduzione del falso paradiso.

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