Politica

Stoltemberg va alla guerra, i Paesi Nato vogliono costruire un “muro di droni” dalla Norvegia alla Polonia. Tajani: “Dobbiamo lavorare per la pace e abbassare i toni”

Sei paesi membri della Nato confinanti con la Russia vogliono creare un “muro di droni” per proteggersi dalle “provocazioni”. Lo scopo della creazione di un muro “dalla Norvegia alla Polonia” è quello di “utilizzare droni e altre tecnologie per proteggere i nostri confini”, ha affermato il ministro degli Interni lituano Agne Bilotaite. In precedenza aveva condotto trattative con colleghi provenienti da Estonia, Lettonia, Finlandia, Norvegia e Polonia.

Secondo Bilotaite, il progetto oltre a prevenire “provocazioni da parte di paesi ostili” serve a combattere il contrabbando. Assieme agli UAV verranno utilizzati sistemi anti-drone per proteggere le frontiere. Il ministro degli Interni lituano parla di un “sistema completamente nuovo”, ma non ha fornito una tempistica per il progetto.  Tutto ciò si legge sul nuovo numero del settimanale tedesco Der Spiegel mentre sull’Economist  Jens Stoltenberg invitato gli alleati della Nato che forniscono armi all’Ucraina a porre fine al divieto di usarle per colpire obiettivi militari in Russia. Il chiaro obiettivo di Stoltenberg, anche se mai nominato, è la politica del presidente statunitense Joe Biden – scrive l’Economist – di controllare ciò che l’Ucraina può e non può attaccare con i sistemi forniti dagli americani.

Immediato lo stop da parte del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: “L’Italia non è in guerra con nessuno e se è stato giusto aiutare militarmente l’Ucraina, allo stesso tempo non se ne parla nemmeno di togliere il divieto” a Kiev “di colpire obiettivi militari in Russia, così come ribadisco che la Lega è contraria a inviare anche un solo soldato a combattere in Ucraina. Noi vogliamo la pace non l’anticamera della terza guerra mondiale”.

Gli fa eco Antonio Tajani, in versione rivoluzionario: “Noi siamo parte integrante della Nato ma ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale”. il ministro degli Esteri ha poi aggiunto: “Le scelte di Kiev sono scelte di Kiev: Noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati dall’interno dell’Ucraina, lavoriamo per la pace”, “dobbiamo sempre lavorare per la pace e abbassare i toni”, ha aggiunto. Ed Elly Schlein? E’ al telefono.

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