Cultura

Lunga vita alla “Princess Giusy”

PARTE PRIMA. Il recupero delle barche e delle navi del passato riveste un’importanza significativa per mantenere viva la tradizione marinaresca e la qualità della cantieristica e della carpenteria navale italiana. Questo processo permette di preservare la conoscenza e le tecniche artigianali nonché uno stile estetico tramandate da generazioni, assicurando che non vadano perse nel tempo.

La tradizione marinaresca italiana ha una storia ricca e affonda le sue radici nei secoli passati. Recuperare e restaurare barche e navi storiche consente di mantenere vive queste storie e queste tradizioni che fanno parte delle comunità marittime italiane. Le imbarcazioni di questo tipo sono testimoni mutevoli del modo di vita dei marinai italiani e della loro stretta connessione con il mare. Attraverso il recupero, è possibile preservare la conoscenza delle tecniche di navigazione tradizionali, delle attrezzature e delle pratiche di costruzione navale.

GdF-Baglietto-Classe-Meattini-726x430 (1)L’Italia è rinomata per la sua maestria nella costruzione di navi e barche artigianali. Questa tradizione artigianale si basa su una combinazione di abilità manuali, conoscenza dei materiali e design inconfondibili. Il recupero delle barche del passato offre un’opportunità per studiare e apprezzare il lavoro svolto dai carpentieri navali italiani nel corso dei secoli. Questo patrimonio culturale può essere di ispirazione per generazioni future di artigiani navali italiani.

Le barche e le navi da diporto – famiglia che comprende anche le barche con una lunghezza superiore ai 24 metri, i superyacht (barche di lunghezza maggiore di 30 metri) e i megayacht (sopra i 60 metri) – rappresentano un settore particolarmente interessante per quanto concerne il mercato: l’industria è in continua crescita dal 2010, soprattutto nel settore delle barche a motore, che incide per l’89 per cento sull’intero portafoglio.

L’Italia detiene la leadership mondiale di costruttore di questa tipologia di barche e, nel nostro Paese, sono presenti alcuni dei cantieri più antichi e più rinomati. Questi sono alcuni dei cantieri italiani più importanti espressione della passione e del coraggio dei loro fondatori dove oggi vengono sperimentate tecnologie avanzate e dove prendono forma i progetti del design nautico italiano. San lorenzo, Crn, Azimut Yachts, Perini Navi, Rossinavi, Custom Line, Riva, e Baglietto.

Abbiamo messo il cantiere Baglietto per ultimo perché la barca della quale vogliamo parlarvi è stata costruita proprio da questo cantiere fondato nel 1854 da Pietro Baglietto a Varazze con l’idea di costruire piccoli scafi e gozzi. Nel giro di pochi anni intraprende la costruzione di barche da diporto e nel 1888 realizza la barca per Papa Leone XIII. Nel 1891 il famoso yacht ‘Miss Mary’, modificato da Baglietto, diventa campione di regata: è l’inizio di trionfi storici in questo settore. All’inizio del Novecento inizia a costruire i primi motoscafi, allora chiamati “canotti automobile”. E’ vanto del cantiere aver costruito nel 1906 il più grande yacht a motore italiano dell’epoca, il ‘Giuseppina’ di 22,60 m. La tecnica del cantiere fa due grossi passi in avanti con l’avvento del compensato marino negli anni Sessanta e la realizzazione di scafi in lega leggera di alluminio nel 1975, di cui diventa pioniere.

E’ proprio in quegli anni, e più precisamente nel 1971, che viene varata “Princess Giusy” il Baglietto 20 che un gruppo di amici sta appassionatamente, con tenacia e determinazione riportando agli antichi splendori. In questo momento si trova in cantiere a Torre del Greco con la previsione di essere varata entro la fine del mese di luglio. Queste splendide unità navali costruite dall’importante, lodevole ed irripetibile Cantiere Baglietto di Varazze hanno solcato i mari italiani comandate da Sottufficiali del Corpo e mantenute efficienti grazie alla perizia di equipaggi altamente specializzati. Esse furono impiegate per lo svolgimento dei compiti Istituzionali della Guardia di Finanza. Successivamente, dopo oltre trenta anni di servizio, tutte queste unità furono dismesse e cedute a privati con i soliti criteri degli enti dello stato. Nelle prossime settimane seguiremo il progredire dei lavori documentando, anche fotograficamente, gli sforzi che tecnici e artigiani impegnati in questa sfida stanno facendo per ottenere un risultato identico o almeno quanto più aderente al progetto iniziale.

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