Cultura

Esce ‘White Holes’ di Carlo Rovelli: sembra più una poesia che una lezione di scienze

Non ci vuole una laurea in astrofisica o una conoscenza di Albert Einstein per apprezzare “White Holes”, l’ultimo libro del fisico teorico Carlo Rovelli. Ma rispolverare l’opera di Dante Alighieri potrebbe aiutare.

Rovelli cosparge liberamente citazioni da Dante in tutto il suo sottile libro esplorando l’ipotesi che i buchi neri alla fine si trasformino in un buco bianco inverso. È appropriato per un libro che dice tanto sull’immaginazione e sull’esplorazione quanto sulla fisica.

Spesso, il libro di Rovelli sembra più una poesia che una lezione di scienza poiché spiega i buchi neri in dettagli sorprendenti e i concetti teorici dietro i buchi bianchi.

I libri sugli oggetti cosmici estremi sono difficili da scrivere bene – e ancora più difficile essere precisi – in parte perché queste teorie sono meglio espresse in termini matematici. In effetti, possono essere pienamente spiegati solo utilizzando la matematica. Quindi, non importa quanto sia denso o vasto il testo di un popolare libro di scienze, senza i simboli arcani e la notazione algebrica richiesti non sarai mai in grado di ottenere il quadro completo.

Ma questo è un libro per i non addetti ai lavori e Rovelli comprende questa limitazione, sorvolando sui dettagli più fini alla ricerca di un’impressione della meraviglia che si trova nel cuore del cosmo e della sua teorizzazione. E nelle sue mani è una tecnica efficace.

“Rovelli ti lascia a testa in giù”, chiosa Kevin Fong su The Guardian concludendo così la recensione: “Avendo cominciato con un buco nero, un oggetto nel quale si poteva solo cadere e dal quale non c’era mai via di fuga, evoca un buco bianco, dal quale le cose possono solo riversarsi. Capovolge il tempo, lo fa scorrere all’indietro e infine ti aiuta a capire come potrebbero plausibilmente formarsi i buchi bianchi e allo stesso tempo perché – nonostante la loro esistenza – gli astronomi non li vedono vomitare la loro materia nell’universo come Regan ne L’Esorcista”.

Condividi