Domenica 26 luglio sarà un’altra straordinaria importante giornata in quel de LAMOREFRUTTA. Giulio Conte e Tommasino Marsella mostreranno con la passione e il genio che li contraddistingue la bellezza e l’importanza dei fiumi. Ma anche i rischi che rischiamo se dovessero scomparire e le tecniche naturalistiche e politiche per salvaguardarli. L’unico dubbio che mi perturba è: “Cosa s’inventerà Laura Ricci ai fornelli e alla brace per sbalordirci?” Pesci di fiume e di mare, peperoni alla ciociara, uva di quaglia in crosta di parmigiano, polpette di ceci o melanzana, fettuccine tirate a mano con salsicce o altra ciccia pregiata de Le Fontanelle di Rossella Di Maula. Non si sa. Non c’è verso di saperlo in anticipo. L’unica è procrastinare il desiderio in attesa di leccarsi i baffi con i suoi piatti.
Appuntamento quindi per le 10.30 a vicolo Paolozzi 25 per l’escursione sul fiume. Alle 11 sulle sponde del fiume. Poi pranzo bio all’ombra dell’agrumeto de Lamorefrutta con ecologisti, naturalisti e ambientalisti per saperne di più sui Contratti di fiume e tecniche di salvaguardia dei bacini idrografici.
Solo su prenotazione via watsap al 333 729 8317
Giulio Conte dal 1989 svolge attività di ricerca e consulenza in campo ambientale, con particolare riferimento alla gestione delle acque, dei fiumi e dei bacini idrografici. È tra i soci fondatori di Ambiente Italia Srl (www.ambienteitalia.it) società di cui è Direttore Tecnico e collaboratore nell’area “Gestione Risorse Naturali”. Dal 1998 è anche socio di IRIDRA (www.iridra.com), società di ingegneria specializzata nella progettazione di soluzioni per la gestione sostenibile delle acque. Nel 1997, su nomina del Ministro dell’Ambiente, ha collaborato all’elaborazione del testo di legge per la tutela delle acque dall’inquinamento, poi approvato come D.Lgs 152/99. Nel 1999 è tra i soci fondatori del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (CIRF www.cirf.org ) di cui è stato presidente dal 1999 al 2008. Dal 2018, su incarico di SOGESID SpA collabora con l’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume presso il Ministero dell’Ambiente. Ha pubblicato decine di articoli scientifici e divulgativi, curato diverse edizioni del Rapporto annuale di Legambiente (Ambiente Italia); è tra gli autori del volume La riqualificazione fluviale in Italia (CIRF-Mazzanti Editore 2006); è autore del volume Nuvole e sciacquoni: come usare meglio l’acqua in casa e in città (Edizioni Ambiente 2008).
Il fiume Melfa prende il nome dalla dea Mefiti, protettrice di pastori ed agricoltori, come confermano i resti di un tempio dedicatole nel IV a.C., individuato proprio presso la sua sorgenti e nella verdissima Valle di Canneto, ai piedi del Monte Meta. Le sue acque, gelide e cristalline, assumono colorazioni esotiche, che vanno dal verde smeraldo allazzurro marino, lungo tutta l’affascinante discesa che le porta dai 1021 metri d’altitudine della sorgente ai 130 metri della Piana DAquino, dove diviene affluente del fiume Liri. Fin quasi all’origine, anche se captate per la produzione di energia elettrica, offrono molti angoli suggestivi. In particolare, attraversata la Valle di Comino, il fiume, a partire da Casalvieri, scorre, per diversi chilometri, tra alte pareti di roccia, affiancato in alto sulla sponda destra da una tortuosissima strada, detta Tracciolino, lunga dodici chilometri che collega i comuni di Casalvieri e Roccasecca. Il Tracciolino, affascinante e selvaggio al pari delle Gole che attraversa, offre continuamente scorci affascinanti sia sul fiume, profondamente incassato tra le pareti delle montagne, con passaggi tra rocce assolutamente spettacolari, sia sui dirupi, le forre ed i canaloni calcarei che quasi ritmano il paesaggio delle Gole, intensamente boscoso sulla sponda sinistra e a tratti roccioso, a tratti boscoso e a tratti brullo, sulla sponda destra, dove, sui fianchi più ripidi, nidificano diverse specie di uccelli rapaci. Da fine Aprile a tutto settembre il fiume è in secca o quasi, poiché il suo flusso è frenato da due dighe a monte. Da ottobre a tutto Marzo invece il flusso è irruento e molti appassionati vi praticano la canoa. A parte i numerosi impluvi, due soli torrenti possono definirsi affluenti veri e propri: il Rio Inferno ed il Rio Contieri. Il primo scende da Monte Montecoccioli e raggiunge il Melfa dopo aver attraversato tutta la stretta Valle di Montecoccioli, mentre il secondo inizia dall’abitato di Santopadre e solca le rocce di Valle Contieri. Nellultimo tratto il torrente Contieri offre numerosi scorci suggestivi con cascatelle e marmitte, che i più esperti possono risalire o scendere con lausilio di corde. Al chilometro 12 troviamo un vecchio casotto che sarà trasformato in luogo di osservazione, poiché offre una vista straordinaria su una sequenza di marmitte dei giganti. Inoltre l’incasso delle gole è così profondo che crea anche una potente Eco. Di tanto in tanto lungo le sponde si scorgono grotte più o meno profonde, dove sembra abbiano abitato i nostri antenati preistorici. Poco prima del bivio per Santopadre, incontriamo sulla destra la Fontana della Strada, un conforto sicuro d’estate! A pochi metri segue il Ponte della Valle che trasborda il Tracciolino sulla sponda sinistra. Anche qui la XV Comunità Montana sta già ristrutturando un secondo casotto da trasformare in Rifugio. Dal Ponte Vecchio, ormai vicini a Roccasecca, una mulattiera scavata nella roccia risale fino all’Eremo del Spirito Santo, anchesso in parte ricavato da grotte preesistenti. Qui nei pressi il fiume fa un salto di alcuni metri formando la cascata detta appunto dello Spirito Santo o del Muraglione.