Ambiente

Dubai, Cop28: Biden potrebbe disertare. In Australia arrestati cento ambientalisti

Il presidente statunitense, Joe Biden, potrebbe non partecipare al vertice Onu sul clima, conosciuto come Cop28, che prenderà il via giovedì a Dubai e al quale saranno presenti quasi 200 leader mondiali tra cui, polmoni permettendo, papa Francesco e Carlo III d’Inghilterra. Lo ha detto al New York Times un funzionario della Casa Bianca senza fornire motivazioni ufficiali e a condizione di restare anonimo. Al vertice sarà presente per gli Usa l’inviato speciale per il clima John Kerry.

Non sembra di buon auspicio per la Cop28 neanche la notizia che arriva dall’Australia. Oltre cento attivisti per il clima sono stati arrestati dopo aver inscenato un blocco galleggiante del più grande porto australiano di carbone. Tra loro anche cinque minorenni e un reverendo di 97 anni. Una flotta di kayak ha bloccato il traffico marittimo nel fine settimana presso il porto di Newcastle, sulla costa orientale dell’Australia, chiedendo al governo di porre fine alla dipendenza del Paese dalle esportazioni di combustibili fossili. Le autorità sono intervenute dopo 30 ore per evitare che la protesta continuasse.

Organizzata dagli Emirati Arabi Uniti, la 28ma Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici (Cop28) si aprirà a Dubai il 30 novembre per concludersi il 12 dicembre, al termine di negoziati che dovrebbero portare alla firma di un accordo tra i 198 Stati partecipanti. Un appuntamento cruciale per il futuro del pianeta, sempre più a rischio, che richiede un piano d’azione urgente per affrontare la crisi climatica.

Se la Cop28 è tanto attesa, è anche perché sarà l’occasione di una prima valutazione globale dell’azione per il clima (Global Stocktake, GST), come previsto dall’Accordo di Parigi del 2015, firmato dalla Cop21. A Dubai è arrivato quindi il momento di fare un bilancio per valutare gli sforzi compiuti negli ultimi anni da Stati, comunità e imprese per ridurre le emissioni di gas serra, adattarsi ai cambiamenti climatici e aumentare i finanziamenti.

Un’esigenza ancora più impellente alla luce del moltiplicarsi dei fenomeni meteorologici estremi, documentati da diversi studi e ormai sotto gli occhi di tutti: siccità e temperature record durante l’estate 2023, incendi e alluvioni distruttivi, scioglimento accelerato dei ghiacciai, perdita delle calotte polari e innalzamento del livello del mare, che stanno registrando un’accelerazione intensa.

Le ambizioni degli Emirati, attesi centomila partecipanti

La presidenza degli Emirati Arabi Uniti intende fare di questa Cop quella più importante dopo Parigi, con centomila partecipanti attesi, più del doppio rispetto a quella dello scorso anno (Cop27) tenutasi in Egitto. Si tratta di decine di migliaia di leader mondiali, ministri, negoziatori, ecoattivisti, industriali che raggiungeranno la federazione della penisola araba.

Organizzata dagli Emirati Arabi Uniti, la 28ma Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici (Cop28) si aprirà a Dubai il 30 novembre per concludersi il 12 dicembre, al termine di negoziati che dovrebbero portare alla firma di un accordo tra i 198 Stati partecipanti. Un appuntamento cruciale per il futuro del pianeta, sempre più a rischio, che richiede un piano d’azione urgente per affrontare la crisi climatica.

Tra di loro ci dovrebbe essere anche Papa Francesco, con la Santa Sede che ha dato conferma della sua presenza, dall’1 al 3 dicembre. Annuncio che, a parer nostro, non fa i conti con lo stato di salute del pontefice. Ma ad ogni modo, la conferenza prenderà il via giovedì 30 novembre, con i primi tre giorni del vertice aperti solo ai delegati, tra cui un’importante riunione dei capi di Stato e di governo, l’1 e il 2 dicembre. Questi incontri si svolgeranno nella Zona Blu, riservata ai capi di Stato, funzionari governativi accreditati e ai media, ed è gestita dall’Onu. A seguire, dal 3 al 10 dicembre, delle giornate tematiche su energia, natura, trasporti, oceani, città.

Si terranno invece nella Green Zone, situata nel quartiere della sostenibilità di Expo City Dubai, aperta al pubblico per gran parte della conferenza, con un’ampia varietà di eventi e laboratori gratuiti, fino al 12 dicembre. Sono previste mostre interattive, installazioni artistiche, proiezioni di film, più di 300 conferenze e discussioni sul cambiamento climatico e la sostenibilità. Gli ultimi due giorni della conferenza sono interamente dedicati ai negoziati finali, tesi a raggiungere un accordo tra le parti, e come sempre c’è da attendersi un rush finale e trattative notturne.

Polemiche degli attivisti sulla presidenza degli Emirati

La Cop28 è al centro di vive polemiche, in primis per la presidenza assegnata a Sultan Al Jaber, che è anche l’amministratore delegato della compagnia petrolifera e del gas di stato degli Emirati Arabi Uniti (Adnoc), la cui produzione di combustibili fossili è in crescita. Diversi attivisti e Ong hanno esortato Sultan Al Jaber a dimettersi dall’Adnoc, denunciando un evidente conflitto di interessi che minaccia il successo della Cop28, sintomatico della crescente influenza che la lobby dei combustibili fossili esercita sugli Stati e sulla stessa conferenza sul clima.

 

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