Da circa un anno il Policlinico Sant’Orsola del capoluogo emiliano utilizza come liquido di contrasto per la risonanza il succo d’ananas al posto del Lumirem, composto farmaceutico contenente ferro, metile e propile paraidrossibenzoato di sodio.
Questa soluzione, oltre a rendere meno invasivo l’esame diagnostico per i pazienti, ha determinato anche un risparmio per le casse dell’ospedale di circa quattordicimila euro. Infatti la spesa per l’acquisto del liquido di contrasto è passata da quattordicimila a trecentottanta euro annue.
Questo particolare utilizzo del succo d’ananas – precisa Marco Storchi, responsabile dei servizi di supporto alla persona del Policlino bolognese – è stato scoperto grazie alle competenze di medici, radiologi, cuochi e nutrizionisti.
Il succo d’ananas è stato utilizzato come liquido di contrasto per circa ottocento pazienti e sono sempre più i centri che cominciano ad adottare lo stesso sistema, soprattutto quelli impegnati nella cura e diagnosi delle patologie epatiche.
Non è necessario utilizzare succo d’ananas puro al cento per cento per ottenere lo scopo desiderato, ovvero rendere invisibile all’apparato diagnostico il segnale bianco del succo gastrico duodenale.
Sono sufficienti due bicchieri di succo d’ananas per ciascun esame, non necessariamente di qualità eccelsa, per evitare al paziente fastidiosi effetti collaterali causati dal Lumirem e garantire alle casse dell’ospedale e, indirettamente, a quelle di noi cittadini un notevole risparmio di risorse che possono essere utilizzate per migliorare altri aspetti del servizio sanitario.