Abu Rabi, 70 anni, solitamente vendeva cetrioli nei mercati palestinesi di tutta la Cisgiordania. Ma da quando è iniziato il blocco gli hanno vietato di portare avanti questa attività e ora può andare solo al mercato locale dove talvolta non guadagna a sufficienza neanche per coprire le spese. La sua produzione infatti è diminuita anche a causa della scarsità d’acqua e delle continue interruzioni di corrente.
“Sto facendo tutto il possibile per continuare il mio lavoro, nonostante tutte le difficoltà che gli agricoltori devono affrontare a Gaza,” dice. “Anche se da un lato ho paura che l’attività agricola un giorno scomparirà a Gaza, allo stesso tempo ogni seme che pianto mi dà la speranza che un giorno questa situazione cambierà. Sono fiducioso che il blocco finirà e l’agricoltura riprenderà. Questa speranza è l’unica cosa che mi fa ancora mandare avanti la fattoria. “
“Sto facendo tutto il possibile per continuare il mio lavoro, nonostante tutte le difficoltà che gli agricoltori devono affrontare a Gaza,” dice. “Anche se da un lato ho paura che l’attività agricola un giorno scomparirà a Gaza, allo stesso tempo ogni seme che pianto mi dà la speranza che un giorno questa situazione cambierà. Sono fiducioso che il blocco finirà e l’agricoltura riprenderà. Questa speranza è l’unica cosa che mi fa ancora mandare avanti la fattoria. “
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