Politica

La Polonia prova a cambiare il divieto quasi totale all’interruzione di gravidanza

La Polonia prova a ribaltare il divieto pressoché totale di abortire vigente nel Paese, specialmente dopo una sentenza della Corte costituzionale del 2020. Era uno degli obiettivi del governo di Donald Tusk. Ma l’aborto spacca la stessa maggioranza

In Polonia si riapre il dibattito sull’aborto, grazie ad alcune proposte di legge che il Parlamento ha esaminato giovedì, lo stesso giorno in cui a Bruxelles i legislatori europei hanno approvato la risoluzione che chiede di inserire il diritto di interrompere una gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue

Piattaforma Civica, il partito di maggioranza del primo ministro Donald Tusk, e uno dei suoi alleati (Lewica, Sinistra) hanno presentato due proposte per depenalizzare l’interruzione di gravidanza volontaria fino a dodici settimane, come accaduto in Italia nel 1978.

Ma la questione divide la stessa coalizione di governo, con il partito centrista Terza Via che ha presentato un testo alternativo, e ogni apertura sull’interruzione di gravidanza è osteggiata dall’opposizione guidata dai conservatori di Diritto e Giustizia (PiS), al potere fino allo scorso anno.

Polonia, gli aborti terapeutici sono incostituzionali dal 2020

Nell’ottobre del 2020 la Corte costituzionale polacca ha bandito gli aborti per malformazione fetale (quelli cosiddetti terapeutici), che già erano la quasi totalità di quelli registrati in Polonia, secondo dati del 2019 del ministero della Salute.

La Corte ha giudicato che un bambino non ancora nato sia meritevole della tutela della vita che la Costituzione polacca garantisce a ogni essere umano. La decisione aveva portato decine di migliaia di persone in piazza.

Il governo allora guidato dal PiS era ricorso ai giudici costituzionali dopo avere tentato una riforma delle legge per vietare gli aborti terapeutici. La legge vigente in Polonia dal 1993 consente infatti di abortire in tre circostanze: se la gravidanza è il risultato di uno stupro o di un incesto, se la vita della madre è in pericolo o in caso di anomalie fetali.

Ma in un Paese tra i più cattolici del mondo, le donne che si trovano nelle prime due condizioni incontrano spesso l’obiezione dei medici, per coscienza o per paura di conseguenze penali, con il risultato di non potere abortire o di dovere andare all’estero.

Nei mesi successivi alla pronuncia dei giudici costituzionali, la morte per sepsi di due donne che non avevano potuto abortire, una un feto malato di cui i medici avevano atteso la morte spontanea e l’altra uno feto morto ma in presenza di un gemello, aveva scatenato nuovamente reazioni tra i giovani polacchi e molta solidarietà all’estero, inclusa l’Italia.

Le varie ipotesi per reintrodurre l’aborto in Polonia

Il partito Terza Via propone di tornare semplicemente alla situazione precedente alla sentenza del 2020, consentendo l’abortose vengono rilevate anomalie fetali nei primi 90 giorni di gravidanza.

Il legislatori del Sejm devono analizzare questa e le altre due proposte della maggioranza e valutare se inviarle a una commissione speciale. Gli attivisti per i diritti delle donne temono che la proposta con più probabilità di passare in aula sia quella meno permissiva, visti i tempi ridotti del dibattito e le posizioni conservatrici del presidente del Parlamento e leader di Terza Via, Szymon Hołownia.

Aborto in Polonia, proteste di attivisti proscelta e provita fuori dal Parlamento

L’associazione femminista polacca, Women’s Strike, ha organizzato proteste in tutta la Polonia.

“Stiamo lottando affinché le proposte di legge per la legalizzazione e la depenalizzazione dell’aborto vengano presentate nella commissione. È l’obiettivo minimo che ci siamo dopo le scorse elezioni”, ha detto a Euronews Health la cofondatrice di Women’s Strike, Martha Lempart.

Diversi gruppi per i diritti delle donne hanno manifestato giovedì presentando una sorta di ricevuta allo Stato, per gli 11,5 milioni di euro che sostengono di avere speso per cercare di ripristinare l’accesso all’aborto per le donne polacche.

Fuori dal Sejm erano presenti anche attivisti antiaborto che hanno diffuso registrazioni che richiamavano le campane di una chiesa.

Un’incognita sulle nuove proposte legislative è rappresentata anche dal presidente polacco, Andrzej Duda, un politico tradizionalista vicino al PiS che potrebbe decidere di non promulgare una legge più permissiva sull’interruzione di gravidanza.

Condividi