Cultura

Altro che ballarelle, in Puglia la musica pizzica

Il Festival La Notte della Taranta è il più grande festival europeo che richiama ogni estate nel Salento oltre 150.000 spettatori da tutto il mondo e si configura come uno dei principali fattori della rinascita culturale e turistica della Regione Puglia. Il festival itinerante si tiene tutti gli anni ad agosto e attraversa con la sua energia diversi paesi del Salento.
Il concerto della notte finale, che dà il nome all’evento, si svolge a Melpignano ed è una produzione originale – ogni anno diversa – a cura di un maestro concertatore ispirata alle tradizioni salentine. Nelle passate edizioni il Festival ha stregato: Vinicio Capossela, Francesco De Gregori, Gianna Nannini, Carmen Consoli, Caparezza, Radioder- vish, Peppe Servillo, Sud Sound System, Rokia Traoré, Richard Galliano, Buena Vista Social Club, Lucio Dalla, Lucilla Galeazzi, Carlos Núñez, Giovanna Marini, Davide Van De Sfroos, Alessandra Amoroso, Sonia Bergamasco, Piero Pelù, Giovanni Lindo Ferretti, Raiz, Teresa De Sio, Eugenio Finardi, Angélique Kidjo, Noa, Simone Cristicchi, Noa e Mira Awad, Mercan Dede, Savina Yannatou, Massimo Ranieri, Dulce Pontes, Franco Battiato, Giuliano Sangiorgi.
Negli anni si sono succeduti sul palco come maestri concertatori i più importanti nomi della musica internazionale, confermando la vocazione del festival all’incontro fra generi e culture diverse: Daniele Sepe, Piero Milesi, Joe Zawinul, Vittorio Cosma, Stewart Copeland, Ambrogio Sparagna (con cui è nata l’Orchestra Popolare La Notte della Taranta), Mauro Pagani e Ludovico Einaudi. Festival Itinerante: seconda, terza e quarta settimana di agosto tra i Comuni di Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Soleto, Sternatia e Zollino a cui si aggiungono i comuni di Alessano, Galatina e Cursi.
Concertone Finale: 24 agosto a Melpignano, piazzale ex Convento degli Agostiniani.

Ernesto De Martino nel 1959 decide, con un’equipe mista di studiosi, psicologi, etnologi ed antropologi, di dirigersi a Galatina, il paese salentino famoso perché ogni anno, il 29 giugno, nella piccola chiesa di San Paolo, si svolgeva un raduno di moltissime donne “tarantolate”, ovvero morsicate, si presumeva, da un piccolo ragno molto comune nelle campagne pugliesi e dell’Italia Meridionale.

Il rito aveva da molto tempo affascinato studiosi e scienziati, ma nessuno ancora aveva cercato di darne una spiegazione puntuale che riassumesse in se tutte le tante componenti che vi entravano in gioco, la malattia di per se, che scientificamente non poteva essere effettivamente provocata dalla puntura del ragno, l’esorcizzazione del male attraverso la musica, con le sue conseguenze sia culturali che scientifiche di ciò, ed ancora la partecipazione collettiva ad un rito che evidentemente affondava le sue origini in un culto anteriore ai culti cristiani, e che, nonostante la pressione della chiesa, sopravviveva orgogliosamente ad ogni tentativo di assimilazione.

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