Politica

Anglofobia, omofobia e misoginia. Quale la differenza tra la Duma e Palazzo Chigi

Con multe tra i 5mila e i 100mila euro il governo di destra destra italiano, appena eletto, volle proibire con una legge, sostenuta dalla premier e presentata da Fabio Rampelli, l’uso di  lingue straniere nei luoghi pubblici. L’obiettivo della legge, che ottenne ampie critiche nel Paese anche da parte dei più rinomati studiosi di linguistica e filologia italiana, la prestigiosa Accademia della Crusca, sarebbe stata quella di “difendere e promuovere la lingua italiana” e proteggere l’identità nazionale, secondo quando dichiarato dal partito di Meloni. Stessa cosa ha fatto ora il presidente russo.  Le autorità sono pronte a sostenere un disegno di legge volto a limitare l’uso di parole straniere nello spazio pubblico, compresa la pubblicità e i media. Lo ha annunciato il presidente Vladimir Putin al Forum culturale internazionale di San Pietroburgo – Forum delle Culture Unite.

L’iniziativa è stata proposta da un gruppo di deputati guidato dal presidente del comitato per la cultura della Duma di Stato Elena Yampolskaya. L’obiettivo principale dell’iniziativa è limitare in modo significativo l’uso degli anglicismi e delle parole straniere in tutta la Russia, soprattutto nei luoghi pubblici. In questo modo, secondo gli autori dell’iniziativa, si potrà tutelare la lingua russa. E la supremazia del maschio maschio.

“Certo, sosterremo la tua proposta. Semplicemente non conosco i dettagli, ma vedremo, ovviamente”, ha detto il presidente, rispondendo alla richiesta di Yampolskaya.   Il ministero della Giustizia ha chiesto di dichiarare il “movimento LGBT” organizzazione estremista e di proibirla in Russia: una fobia che tra l’altro lascia ampio arbitrio, non esistendo una struttura unica a livello globale.

Apprendiamo dal canale Telegram “Russia e altre sciocchezze” di Giovanni Savino che comunque Putin, in versione umana, dichiara che anche gli LGBT fanno parte della società e hanno diritto di esserci, quel che è deprecabile è come in Occidente vincano solo progetti legati ai temi arcobaleno nei festival e concorsi artistici.
Il presidente si è schierato contro gli attori e le attrici posizionatisi in modo critico verso la guerra, dicendo che bisognerà fare i conti con “il popolo” e ha annunciato, come detto, di sostenere il disegno di legge della Duma sulla limitazione delle parole straniere in pubblico. Quel che è interessante è come il focus sia su un tradizionalismo conservatore e una buffa “sovranità familiare”. Sia in Russia che in Italia dove c’è il governo di destra destra meno inclusivo e più anti-Lgbt di sempre.

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