Secondo i primi dati diffusi dall’Inps (aggiornati al 22 gennaio) relativi all’Adi, l’Assegno di inclusione, 651mila sono le domande presentate, 446mila quelle lavorate, 288mila accolte, 117.461 respinte. Dati preoccupanti che risultano inferiori persino alle stime fatte dal governo, che aveva annunciato una potenziale platea beneficiari di circa 737.000 nuclei familiari nel programma. Sono, quindi, meno di 300mila i nuclei che, a partire dal 26 gennaio, ricevono il pagamento dell’Assegno d’inclusione: cifra confermata dalla ministra Calderone, che ha rettificato quanto dichiarato alcuni giorni fa, quando aveva parlato di 450mila beneficiari.
Per quanto riguarda il Sostegno formazione e lavoro, i dati dell’Inps (aggiornati al 22 gennaio) parlano di 250mila domande attese, 170mila presentate, 70 mila accolte. “Anche a tale riguardo, i numeri non sono confortanti – si legge nella nota -: poco più di un terzo delle richieste ha avuto esito positivo”.
“I numeri ufficiali dell’Inps confermano le preoccupazioni che Alleanza ha manifestato ben prima che queste misure fossero introdotte – commenta e conclude Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà –: il rischio che i poveri, suddivisi in “categorie”, restino in buona parte privi di supporti e di politiche di sostegno capaci di rispondere, almeno parzialmente, ai loro bisogni. Se il rapporto tra domande attese e domande pervenute e, soprattutto, se i numeri delle domande respinte dovessero rimanere questi, dovremo fare i conti con un aumento della povertà assoluta nel nostro Paese, che richiederà interventi urgenti e strutturali, così come strutturale è questo fenomeno, da ormai più di 10 anni. Rinnoviamo la nostra assoluta disponibilità a mettere a disposizione del governo le nostre competenze, le nostre professionalità e le analisi che abbiamo condotto ultimamente, utili per comprendere e affrontare in modo più adeguato il problema della povertà nel nostro Paese”.
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