Se un tempo i conflitti armati avvenivano per compattare le nazioni, dopo la seconda guerra mondiale le guerre finiscono, di fatto, per disintegrare gli stati. Chi ha dubbi può ripassare la storia recente e notare così quel che è successo nei Balcani o in Libia e in Sudan. Poi c’è chi va oltre con l’obiettivo di polverizzare i Paesi vicini, vedi Israele con la Palestina e il Libano. Ma questa è un’altra storia, allucinante.
Concentriamoci invece, per ora, su un’altra evidenza che, a quanto pare, non insegna nulla ovvero l’effetto che il disgregamento nazionale produce. Questi ex stati diventano inesorabilmente terra di nessuno dove milizie, criminali e terroristi possono liberamente depredare le risorse e massacrare civili inermi: in Sudan dieci milioni di profughi non sanno più dove andare e molte ragazze, senza vie di fuga, preferiscono suicidarsi piuttosto che cadere nelle mani di soldati e guerriglieri.
Adesso c’è la Nato che vorrebbe fare spezzatino della Russia e questa, a quanto pare, dell’Ucraina. Fin qui le riflessioni, a seguire c’è la cronaca delle ultime ore.
Una notte da record, in Ucraina. La Russia ha lanciato 188 droni, il numero più alto in una sola notte da quando è cominciata la guerra. L’esercito ucraino ha dichiarato di averne abbattuto 76, e di aver perso traccia di 96 droni, e di cinque droni diretti verso la Bielorussia.
Kiev è stata sottoposta a un continuo attacco di droni russi, ha affermato il sindaco Vitali Klitschko. “Le forze di difesa aerea stanno operando in diverse aree della città. I droni arrivano nella capitale da diverse direzioni”.
La capitale ucraina, la sua regione circostante e la stragrande maggioranza del territorio ucraino erano già sotto allerta antiaerea. Nel frattempo, un attacco notturno ha colpito infrastrutture critiche e ha tagliato l’elettricità al 70 per cento della regione occidentale di Ternopil”.
Per l’Italia e il G7 il sostegno all’Ucraina rappresenta una priorità. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani in apertura dei lavori della sessione del G7 di Fiuggi dedicata all’Ucraina. “Vogliamo ribadire la nostra solidarietà”, ha detto Tajani. “Nella riunione che abbiamo avuto poco fa Andrii (Sybiha, ministro degli Esteri ucraino che partecipa alla riunione) mi ha aggiornato sulle difficoltà in cui versa l’infrastruttura energetica del Paese. Quindi è necessario dare un messaggio politico per difendere gli impianti nucleari, i bacini minerari e credo che nel draft che stiamo elaborando (questo messaggio) sia scritto in maniera molto chiara, anche per quanto riguarda la libertà di navigazione nel Mar Nero”.
La sessione di lavori odierna ribadirà il fermo sostegno all’Ucraina, un elemento che la presidenza italiana del G7 ha posto al centro dell’agenda. Seguirà poi una quarta sessione dedicata all’Indo-Pacifico mirata a rafforzare le relazioni con partner cruciali come Corea del Sud, Filippine, India e Indonesia.
Infine, l’ultima sessione sarà incentrata su alcune questioni regionali, dallo sviluppo del partenariato con l’Africa – una priorità della politica estera italiana esplicitata con il cosiddetto Piano (truffa) Mattei – alle crisi in corso ad Haiti e Venezuela. Successivamente vi sarà il simbolico passaggio del testimone della presidenza del G7 che nel 2025 toccherà al Canada. In questo contesto, la ministra degli Esteri Melanie Jolie illustrerà alcune delle priorità della presidenza di Ottawa.
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