Salute

Batteri intestinali dietro la formazione delle placche aterosclerotiche

Tonsilliti, polmoniti, infezioni cutanee, e anche endocarditi. Non è una novità: nella lista dei possibili danni provocati dai batteri del genere streptococco ci sono anche le infezioni cardiache. Ora, grazie a uno studio svedese, si scopre che questi batteri possono danneggiare il cuore anche in maniera indiretta, ossia senza provocare un’infezione, ma favorendo la formazione di depositi di grasso nel sangue.

I ricercatori delle università di Uppsala e di Lund hanno infatti osservato un’associazione tra la presenza nell’intestino di alcune specie di batteri che generalmente colonizzano le vie aeree superiori e un aumento del livello delle placche di colesterolo nelle arterie coronarie. Lo studio pubblicato su Circulation si è basato sui dati della composizione batterica intestinale e sulle immagini cardiache di circa 9mila adulti tra i 50 e i 56 anni privi di patologie cardiovascolari al momento dell’arruolamento.

Incrociando i dati, gli scienziati hanno constatato che le persone con quantità maggiori di batteri del genere streptococco nell’intestino mostravano anche un maggiore accumulo di placche di grasso e di colesterolo nelle arterie del cuore ed erano quindi più a rischio di malattie cardiovascolari.

Dall’analisi genomica dei campioni biologici è emerso che le specie di batteri maggiormente correlate ai depositi di grasso nelle arterie del cuore erano lo streptococcus anginosus e lo streptococcus oralis. Questi batteri sono anche già noti per essere legati ad alcuni marcatori di infiammazione nel sangue.

«Le specie di batteri del genere Streptococcus sono comunemente la causa di polmoniti e infezioni della gola, della pelle e delle valvole cardiache. Ora dobbiamo valutare se questi batteri possano contribuire allo sviluppo dell’aterosclerosi», afferma Tove Fall, professore di epidemiologia molecolare presso l’Università di Uppsala, che ha coordinato lo studio.

Lo studio svedese è ad oggi la più ampia e dettagliata ricerca ad aver analizzato l’influenza del microbioma intestinale sulla formazione delle placche aterosclerotiche.

«Il gran numero di campioni con dati di alta qualità provenienti dall’imaging cardiaco e dalla flora intestinale ci ha permesso di identificare nuove associazioni. Tra le nostre scoperte più significative, abbiamo osservato che Streptococcus anginosus e S. oralis subsp. oralis erano le due specie con l’associazione più forte», afferma Sergi Sayols-Baixeras dell’Università di Uppsala, autore principale dello studio.

I ricercatori hanno anche scoperto che alcune delle specie legate all’accumulo di depositi di grasso nelle arterie cardiache erano presenti in elevata quantità nella bocca.

«Abbiamo appena iniziato a capire in che modo l’organismo umano e la comunità batterica presente nelle diverse parti del corpo si influenzano a vicenda. Il nostro studio dimostra che la presenza di di streptococchi nell’intestino è legata a una peggiore salute cardiovascolare», osserva Marju Orho-Melander, professore di epidemiologia genetica presso l’Università di Lund e uno degli autori dello studio.




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