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Boko Haram: ragazze nigeriane “vendute al mercato”

“Ho rapito le vostre ragazze e le venderò al mercato, come vuole Allah”, ha annunciato il leader del gruppo islamista, Abubakar Shekau, rivendicando il sequestro in un video lungo 57 minuti, nel quale fa riferimento al rapimento delle 276 studentesse dal dormitorio della loro scuola a Chibok, nel nord del Paese il 14 aprile scorso. Cinquantatre ragazze sono poi riuscite a fuggire, mentre altre 223 restano nelle mani dei miliziani.

Secondo alcune informazioni non confermate alcune delle ragazze sono state già vendute per poche decine di dollari al mercato delle mogli, al confine tra Ciad, Nigeria e Camerun.

La violenza sale di livello in quest’area sempre più dominata dagli estremisti islamici di Boko Haram. Sempre lunedì, un attentato a una fermata dell’autobus nella capitale, Abuja, ha provocato la morte di 75 persone e il ferimento di altre 150. E’ il bilancio più grave degli attacchi che quest’anno hanno insanguinato la Nigeria, facendo circa 800 vittime.

Fondata da Mohamed Yusuf nel 2002, Boko Haram ha per obiettivo l’imposizione della Sharia, la legge islamica. L’ideologia dell’organizzazione si ispira a quella dei Taleban afgani. Boko Haram, in lingua Haussa, significa “l’educazione occidentale è un peccato”. Non a caso, i suoi adepti rifiutano la modernità e soprattutto l’istruzione.

La violenza di Boko Haram si innesta in un Paese diviso tra il nord, in maggioranza musulmano, e il sud prevalentemente cristiano e animista. Boko Haram ha il suo quartier generale negli Stati della Nigeria settentrionale, dove esercita uno stretto controllo e condiziona quasi ogni aspetto della vita dei cittadini. Ma in questa zona sono operative anche altre sigle estremiste, come Aqmi, Mujao, Ansar Dine Al Mouakaoun Be Dam, strette in una sorta di alleanza per seminare il terrore nella regione.

Il rapimento delle liceali di Borno rappresenta una prima assoluta per la portata dell’operazione. Ma non è la prima volta che gli estremisti prendono di mira ragazzi e addirittura bambini. Nel settembre 2013, una quarantina di studenti furono massacrati nella città di Gujba. Lo scorso febbraio, la stessa sorte è toccata a 59 bambini, uccisi nella loro scuola a Buni Yadi.

Stragi divenute quasi ordinarie, e naturalmente anche sequestri a scopo di estorsione, di cui sono vittime soprattutto cittadini occidentali. L’anno scorso, toccò a una famiglia francese: tre adulti e 4 bambini fra i 5 e i 12 anni, rapiti in Camerun. Segno che la minaccia si estende anche fuori dai confini della Nigeria. Più recenetemente, sono stati sequestrati due religiosi italiani e una suora canadese.

A poco sembrano servire le scorte armate, come dimostra il caso di Borno. Dei militari erano stati dispiegati per garantire la sicurezza degli esami scolastici annuali, ma sono stati sopraffatti dai rapitori.

https://www.youtube.com/watch?v=sLz0U6E-iT4

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