Diritti

Carceri piene e suicidi, a Bologna protestano i penalisti

Protesta davanti al Tribunale penale da parte del Direttivo della Camera Penale ‘F. Bricola’ di Bologna e dell’Osservatorio ‘Diritti umani, carcere, ed altri luoghi di privazione della libertà’, per sensibilizzare sul tema del sovraffollamento e dei suicidi in carcere, in particolare alla Dozza.

“Una situazione tragica” l’ha definita il presidente della Camera penale di Bologna, Nicola Mazzacuva, che ha spinto gli avvocati ad astenersi per due giorni (oggi e domani) dalle udienze. Insieme ai penalisti bolognesi anche l’assessora regionale al Welfare, Isabella Conti.

“Abbiamo fatto più visite in carcere con politici e magistrati, tra cui Conti. Il numero dei suicidi in Italia è veramente allarmante, sono 103 a partire da gennaio 2024”, ha spiegato Mazzacuva. “Mai si è verificato nella nostra nazione un numero così elevato. In Scozia hanno liberato anticipatamente 390 detenuti, in ragione soltanto del sovraffollamento che lì è del 5 per cento, mentre a Bologna nel nostro carcere è del 175 per cento. Una cosa incredibile, inoltre come Direttivo della Camera penale abbiamo criticato la possibilità di inviare detenuti del carcere minorile alla Dozza che è già sovraffollata”. Per provare a risolvere la situazione servono quindi provvedimenti urgenti.

“Noi da tempo come camere penali diciamo che basterebbe un provvedimento di indulto – dice Mazzacuva -, individuare i reati che possono essere oggetto di indulto ed escludere i più gravi, condizionare l’indulto alla non recidiva”.
Una soluzione che non piace però a Conti. “Io non sono del tutto d’accordo su questo. Penso che l’indulto non sia in questo momento una soluzione comprensibile da parte dei cittadini.

Queste condizioni di sovraffollamento sono generate chiaramente anche da scelte sbagliatissime dell’amministrazione centrale, quindi del Governo. Come Regione possiamo risolvere gran parte dei problemi – ha aggiunto – a partire dal tema del sovraffollamento. Il 30 per cento dei detenuti sono tossicodipendenti e quindi noi ci stiamo inventando uno strumento che ci permetta di far transitare queste persone dal carcere in comunità di recupero e questo ci permetterebbe di ridurre il sovraffollamento, che poi si riflette sui suicidi. Serve potenziare il Sert e la relazione con le comunità di recupero”.








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