“Le autorità israeliane stanno costringendo le persone a fuggire ancora e ancora, soprattutto dal campo di Jabalia. Molti si rifiutano perché sanno fin troppo bene che nessun posto a Gaza è sicuro”, ha detto Lazzarini su X.
I rifugi e i servizi dell’agenzia delle Nazioni Unite sono stati costretti a chiudere, alcuni di essi per la prima volta dall’inizio della guerra, ha affermato Lazzarini.
Domenica mattina, l’esercito israeliano ha dichiarato che le sue forze avevano “con successo” circondato il campo profughi di Jabalia e stavano operando nella zona, dopo aver costretto i residenti ad andarsene di nuovo durante il terzo assalto via terra al campo densamente popolato nel nord di Gaza da quando è iniziata la guerra un anno fa.
L’ultima operazione ha avuto luogo a maggio, provocando lo sfollamento di decine di migliaia di persone, la morte di centinaia di persone e provocando distruzioni su vasta scala.
L’esercito israeliano ha invitato i palestinesi nel nord di Gaza a fuggire nelle “zone sicure” designate nel sud e nel centro di Gaza mentre inizia una nuova offensiva di terra. Ma nessun posto a Gaza è sicuro per i palestinesi, comprese le cosiddette “zone sicure”.
Ma mentre alcuni palestinesi iniziano a intraprendere il viaggio verso sud, il ministero degli Interni di Gaza ha invitato i residenti a ignorare gli ordini di evacuazione di Israele.
“Le affermazioni israeliane sulla presenza di zone sicure nel sud di Gaza sono bugie mentre Israele commette crimini e massacri in tutte le aree dell’enclave”, ha affermato il ministero in una dichiarazione.
“Invitiamo i cittadini nel nord di Gaza a ignorare le minacce israeliane”.
Le forze israeliane hanno imposto un assedio completo al campo e ai quartieri circostanti come Tal Al-Za’atar, Al-Sikka, Beit Hanoun e Beit Lahia. Carri armati e droni hanno bloccato strade critiche, compreso l’incrocio che porta a Piazza Al-Halabi a Jabalia, isolando i residenti che stanno già sopportando incessanti attacchi aerei e fuoco di artiglieria. Pare che diverse famiglie siano rimaste intrappolate sotto le macerie perché le squadre di soccorso non riescono a raggiungerle.
Ieri sera, l’esercito israeliano ha emesso un ultimatum all’amministrazione dell’ospedale Kamel Adwan nel nord di Gaza, chiedendo l’evacuazione del personale e dei pazienti entro domani. Questo ordine ha scatenato chiamate urgenti da parte dei funzionari dell’ospedale, che stanno facendo appello alle organizzazioni internazionali affinché intervengano e fermino questa pericolosa decisione.
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