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Con le colf torna la schiavitù a Londra

È bufera sulla condizione dei lavoratori domestici immigrati nel Regno Unito. Uno scandalo denunciato senza mezzi termini dall’ultimo rapporto di Human Rights Watch, che gela la City. Denunciando “gravissimi abusi, incluso il lavoro forzato e lo sfruttamento”. E smascherando la schiavitù modernache si nasconde dietro le porte delle case benestanti della capitale. Vittime soprattutto le donne asiatiche e africane, accusa il rapporto. Beffate ulteriormente dalle nuove norme sul premesso di soggiorno per idomestic workers, introdotte ad aprile 2012. Per le quali, una volta ottenuto il visto, non è più possibile cambiare datore di lavoro. Una vera prigione, raccontata dalle stesse intervistate: private del proprio permesso di soggiorno, del cellulare e della possibilità di comunicare con familiari o di uscire senza essere accompagnate dai datori. Ma non è tutto. Vittime di abusi psicologici e fisici, sono private del cibo o nutrite con avanzi e retribuite, in media, £100 al mese (€120,7) per più di 18 ore di lavoro quotidiano. Senza giorni di riposo, a dispetto degli accordi presi. La punta di un iceberg che fa tremare il Regno di Sua Maestà. Considerato che, ogni anno, sono circa 15.000 gli immigrati che giungono nel Regno Unito per assistenza a minori, anziani e svolgimento delle faccende domestiche.

Fonte: Paola Battista (West). Foto:  Gabriella Raffaelli

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