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Perché in India il Covid non fa più paura

Mentre nel resto del mondo è in corso una nuova ondata di Covid-19 trainata dalla dilagante variante Omicron, l’India fa eccezione: il gigante asiatico ha sconfitto la pandemia ed è entrato nella fase endemica. Gli esperti sottolineando che la situazione indiana appare davvero sorprendente, per non dire miracolosa, in quanto pochi mesi fa il gigante asiatico si trovava in una situazione davvero caotica con numero di contagi e decessi alle stelle.

A difendere ed illustrare questa teoria è il virologo Jacob John, professore emerito di virologia clinica al Christian Medical College di Vellore, nel Sud dell’India e il dottore M.S Seshadri, direttore dell’ospedale della Missione di Thirumalai a Ranipet, in un’analisi pubblicata sul New Indian Express.

“Attualmente, l’India è l’unico Paese al mondo ad aver raggiunto uno stato endemico sostenuto mentre in altre nazioni la pandemia è ancora in corso. Questa è un’opportunità storica per noi di mostrare al mondo come affrontare l’endemico Covid-19” hanno scritto John e M.S Seshadri.

La loro interpretazione dell’andamento dell’epidemia in India è basata sull’analisi dei numeri: da fine novembre si registrano meno di 10 mila nuove infezioni di Covid-19 al giorno e la media su 7 giorni si attesta attorno a 8.500 su una popolazione totale di 1,4 miliardo di abitanti. Eppure ancora sei mesi l’India rappresentava un caso di Covid su tre nel mondo, con 400 mila contagi al giorno all’apice della pandemia.

Le ragioni della “vittoria” contro il virus

In realtà, secondo quanto anticipato anche dall’Oms nelle scorse settimane, la transizione dell’India dalla fase epidemica a quella endemica è cominciata dal 27 giugno scorso ed è durata per 140 giorni, fino al 14 novembre, data di conclusione della ricerca. La fase detta endemica significa che il numero delle nuove infezioni si stabilizza a un “livello basso” ha spiegato Jacob John, situazione nella quale l’India si trova attualmente.

Il merito di questa situazione al momento unica al mondo viene direttamente collegato al fatto che la maggioranza della popolazione indiana ha effettivamente sviluppato anticorpi efficaci contro il coronavirus, raggiungendo così l’immunità di gregge.

Tornando indietro nel tempo, i due esperti ricordano che dopo che la prima ondata si è attenuata, l’India era entrata in una fase endemica di 10 settimane, interrotta solo dalla seconda ondata. La variante Delta della seconda ondata ha avuto un’efficienza di trasmissione molto più elevata rispetto alla prima variante dell’onda (Wuhan-G614D).

La recente variante AY.4.2 (Delta Plus) rimane al di sotto dello 0,1%, mostrando una bassa efficienza di trasmissione che non può superare la trasmissione Delta. “L’India è così diventata il primo Paese al mondo a raggiungere una prevalenza endemica” scrivono Jacob John e M.S Seshadri sul quotidiano locale.

Cos’è la prevalenza endemica

L’epidemia significa che il numero giornaliero di casi di Covid aumenta in crescendo e diminuisce fino a raggiungere un livello stazionario con numeri bassi, ovvero la prevalenza endemica. In India la seconda ondata ha raggiunto il picco il 6 maggio (414.433 casi) ed è scesa a meno di 50 mila casi al giorno (media mobile di sette giorni) il 27 giugno.

Dopo 73 giorni, l’8 settembre, i numeri giornalieri sono scesi sotto i 40 mila; dopo 16 giorni (24 settembre) inferiore a 30 mila; dopo 14 giorni (8 ottobre) inferiore a 20 mila; dopo 19 giorni (27 ottobre) inferiore a 15 mila, sostenuta per 18 giorni (14 novembre).

La dinamica di trasmissione è rappresentata da R, che indica variazioni numeriche di casi su scala continua. Durante la fase ascendente dell’epidemia, R è maggiore di 1 e durante la fase discendente è minore di 1. Durante la fase endemica, R è uguale a 1, con fluttuazioni minori.

Man mano che la popolazione suscettibile di ammalarsi si riduce, con le infezioni quotidiane stabili ad un livello basso e il progressivo aumento della copertura vaccinale, il numero dei casi diminuisce lentamente. La trasmissione endemica continua con la popolazione che non è ancora immunizzata, ovvero chi non si è vaccinato, chi ha pochi anticorpi e chi sta nascendo.

Nel dettaglio, in qualsiasi momento della pandemia, è il numero, la proporzione e la distribuzione delle persone non immuni rispetto a quelle immuni a determinare la velocità di trasmissione R. Quando il numero di non immuni è grande, la velocità di trasmissione sale sopra 1 e al contrario quando la platea di immuni è grande, R diminuisce sotto 1.

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