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Curdi provenienti da tutto il mondo si uniscono alla resistenza di Kobane

Curdi del Nord e della diaspora, provenienti da tutto il mondo, abbattono le barriere sul confine turco-siriano che dividono il Kurdistan del Nord dal Rojava per unirsi alla resistenza di Kobane.

I curdi sono circa 35 milioni. Si tratta del più grande popolo al mondo senza nazione, sparso su un vasto territorio montagnoso e vittima, nel corso della storia, di discriminazione, persecuzione e alleanze tradite, che ne hanno decretato la situazione attuale.

Curdi sparsi tra Siria, Turchia, Iran e Iraq

Il Kurdistan, inteso come “Paese dei curdi”, infatti, non esiste su alcuna mappa ufficiale. Le persone vivono divise principalmente tra Turchia (20%), Iraq (15-20%), Siria (10%) e Iran (8%). Non sono né arabi, né persiani, né turchi. Sono la quarta etnia del Medio Oriente. Oggi in maggioranza musulmani sunniti, parlano una lingua di origine indoeuropea.

Con Kurdistan ci si riferisce a un’area geografica per lo più montuosa, vasta oltre 450 mila chilometri quadrati, compresa entro i confini di altri quattro paesi. Per questo si parla di Kurdistan turco, iracheno, siriano (Rojava) e iraniano. Se fosse unito politicamente, sarebbe tra gli stati più ricchi della regione, considerate le materie prime di cui dispone, dal petrolio alle risorse idriche.

Storia del popolo curdo, “guerriero” fin dalle origini
Ripercorrendo la storia a ritroso, ci si accorge che i curdi si sono sempre distinti per essere dei validi combattenti. Non a caso, la parola “curdo” etimologicamente significa “coraggioso” o “guerriero”. Saladino, per esempio, era curdo.

Le loro origini sono antichissime. Si dice siano i discendenti dei Medi, una popolazione iranica che è riuscita a sbarazzarsi degli Assiri. Considerarli un blocco monolitico, portatore di interessi e obiettivi comuni, sarebbe tuttavia un errore.

La struttura organizzativa è sempre stata di tipo tribale. Queste divisioni interne, dettate dall’appartenenza a clan o a famiglie rivali, unite alla repressione esterna, hanno spesso ostacolato lo sviluppo di un progetto nazionale unitario.

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