Diritti

Genova, presidio dei camalli per impedire il passaggio delle navi cariche di armamenti per Israele

Dall’alba, al porto di Genova, centinaia di persone in presidio contro la logistica di guerra e l’invio di armamenti occidentali in Israele. Al varco San Benigno lavoratori del porto, studenti, cittadini e realtà che vanno dal sindacalismo di base di Usb e Si Cobas alle associazioni nowar fino ai camalli del Collettivo Autonomo Lavoratori del Porto (CALP) si sono ritrovati uniti sotto gli slogan “la guerra comincia da qui” “fermiamo le navi della morte”. Secondo la puntuale cronaca di Radio Onda d’Urto oltre al varco della Zim, la principale compagnia logistica di Israele, è stato bloccato anche il varco dei traghetti.

Il cielo di Genova si è anche illuminato di rosso con una serie di torce, a simulare quello che, tutti i giorni, accade a Gaza con l’occupazione militare israeliana: “i popoli in rivolta – dicono camalli e solidali – scrivono la storia”.

“Già nel 2021 – prosegue il Calp Gelova – con l’aiuto e la collaborazione attiva dei compagni portuali di Livorno e Napoli, boicottammo una nave israeliana che portava armi utili per la guerra che continua da decenni contro i palestinesi. Allora scoppiò un caso diplomatico: il governo di Tel Aviv non poteva tollerare che, in Italia, un gruppo di lavoratori si frapponesse ai propri piani di dominio e sterminio. Allora provarono a spaventarci senza risultati”.

A convocare l’iniziativa l’Assemblea contro la guerra e la repressione. “Mentre da quasi due anni in Ucraina si combatte una guerra fra blocchi di paesi capitalisti, mentre lo stato d’Israele massacra i palestinesi, mentre la guerra nucleare è dietro l’angolo, il Porto di Genova continua a caratterizzarsi come snodo della logistica di guerra: imbarchi di camion militari diretti alla Tunisia per il contrasto dei flussi migratori, passaggio di navi della Zim, principale compagnia navale israeliana, nuovi materiali militari per l’aeronautica Saudita pronti per la prossima Bahri. Questo è quello che sta dietro ai varchi del porto di Genova. Basta traffici di armi in porto. Solidarietà internazionalista agli oppressi/e palestinesi. Il nemico è in casa nostra. Guerra alla Guerra” si legge nel comunicato che invitava alla partecipazione.

L’iniziativa di oggi raccoglie l’invito dei sindacati palestinesi, che nei giorni scorsi avevano diffuso un appello rivolto ai lavoratori delle industrie coinvolte  invitandoli a non rendersi complici nella fabricazione e invio di armi destinate ad Israele e a chiunque le utilizzi per alimentare guerre e per opprimere e uccidere altri esseri umani.

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