Spiagge assolate, vita notturna mediterranea e antiche rovine greche probabilmente non vengono in mente quando si pensa alla Russia, eppure è proprio ciò che offre Anapa. Anzi offrirebbe, E sì perché questa città della Russia europea meridionale (Kraj di Krasnodar), situata sulle coste del Mar Nero 160 km a ovest di Krasnodar, sta vivendo un vero e proprio dramma ecologico.
Il 15 dicembre nello Stretto che collega il Mar Nero con il Mar d’Azov, mentre era in corso una tempesta due navi cisterna russe, la Volgoneft 212 e la Volgoneft 239 della flotta della compagnia Volgatanker, hanno subito gravi danni. Il Ministero russo della Protezione civile, emergenze e soccorsi in caso di disastri naturali (Emercom), che ha inviato elicotteri e rimorchiatori sul luogo dell’incidente, ha reso noto che l’equipaggio di 13 persone della prima nave, che trasporta prodotti petroliferi, ha richiesto assistenza, e danni sono stati subiti anche dalla Volgoneft 239, che ha un equipaggio di 14 persone e ha anch’essa un carico di prodotti petroliferi.
Il dicastero ha poi comunicato che un marittimo della Volgoneft 212 è morto e gli altri membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo, mentre l’evacuazione dell’equipaggio dell’altra nave, che si è incagliata a 80 metri dalla costa nei pressi del porto di Taman, è stato sospeso a causa del maltempo. Dalle prime fotografie diffuse dalle autorità russe, la Volgoneft 212 sembrava in fase di affondamento.
Intanto, i cittadini di Anapa stanno eliminando da soli le conseguenze dello schianto della petroliera inabissata sulla costa. I redattori del canale Astra hanno parlato con i volontari impegnati a pulire la spiaggia. I residenti affermano che, almeno nella loro città, solo loro e i cosacchi locali hanno rimosso i residui petroliferi dalla spiaggia mentre – lamentano – i funzionari dell’Emercon non hanno mosso un dito.
“Abbiamo comprato tutto da soli, abbiamo portato contenitori enormi in macchina. Le persone disponibili sono tante, ma non ci sono attrezzature, nemmeno abiti adatti. I residenti operano al buio sporcando irrimediabilmente scarpe e vestiti che non si potranno mai più lavare”, ha detto la volontaria Ilya.
Secondo lei c’è un’insopportabile puzza sulla spiaggia. Di conseguenza, tanti si sentono male: oggi non sapevano ancora dell’odore e non hanno fatto scorta di maschere. Ilya si sta preparando al fatto che domani ci sarà ancora più lavoro, poiché c’è un forte vento che porterà a riva nuovo combustibile. “Abbiamo raccolto l’olio in sacchi.
Nessuno li ha ancora tolti. Molto probabilmente il Ministero delle Situazioni di Emergenza darà istruzioni in merito, ma finora non ce ne sono. Cioè, il nostro compito per ora è semplicemente localizzare, raccogliere, trascinare e coprire tutto con la sabbia, perché le onde sono forti, l’acqua può tirar fuori tutto e trascinarlo via durante la notte”, spiega Ilya. La volontaria dice che non solo gli abitanti di Anapa sono venuti in spiaggia per aiutare, ma anche i turisti di altre regioni che hanno trascorso qui l’inverno.
“Non ci sono ancora tecnici. Pertanto, ovviamente, dobbiamo aiutare noi anche se abbiamo anche il nostro lavoro che ci impegna. Adesso è buio, abbiamo smesso di lavorare. Di notte tutti riprenderanno un po’ i sensi e domani si ricomincerà, perché l’acqua non farà altro che contaminarsi sempre di più. La situazione qui è catastrofica. Se interviene lo Stato, le imprese locali e le persone possono unirsi”, afferma Ilya. L’olio combustibile contiene idrocarburi policiclici aromatici, molti dei quali sono cancerogeni accertati.
La respirazione dei vapori di olio combustibile provoca irritazione delle vie respiratorie, tosse, mancanza di respiro e può portare allo sviluppo di bronchite, polmonite e altre malattie respiratorie. Le particelle di olio combustibile che entrano nei polmoni possono causare fibrosi e altre malattie croniche.
Il contatto diretto con l’olio combustibile provoca dermatiti, eczemi e altre malattie della pelle. Alcuni componenti dell’olio combustibile hanno proprietà neurotossiche che colpiscono il sistema nervoso. Ciò può manifestarsi con mal di testa, vertigini, debolezza e altri sintomi neurologici. In mattinata, il governatore del territorio di Krasnodar, Veniamin Kondratyev, ha confermato che dopo lo schianto delle petroliere Volgoneft 239 e Volgoneft 212, i prodotti petroliferi sono finiti a riva. Una fuoriuscita di petrolio nello stretto di Kerch, dopo il cedimento della petroliera, minaccia un nuovo disastro ambientale, ha avvertito Greenpeace.
Hai letto altri articoli sul nostro giornale?
Se lo hai fatto, avrai colto gli sforzi della redazione nell’aiutare tutti a comprendere questo pazzo mondo affinché tutti possano contribuire quanto meno a non peggiorarlo. L’idea è quella di far sapere per saper fare. Cerchiamo di realizzare in pratica un giornalismo chiaro e accessibile per potenziare la comprensione e l’azione.
Se condividi la nostra visione, ti invitiamo a considerare l’idea di supportare questa testata giornalistica diventando un lettore attivo. Il tuo supporto assicura a Fotosintesi.info una fonte di finanziamento stabile e indipendente per sostenere il progetto editoriale che è poi anche culturale e sociale.
Se non sei pronto a collaborare come inviato, inserzionista o azionista, anche piccoli contributi sono significativi nel supportare un modello sostenibile per il giornalismo di frontiera.
Grazie di far parte della nostra comunità. Roberto Pergameno