L’ex capo del Mossad, Yossi Cohen, avrebbe minacciato l’ex procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), Fatou Bensouda, in una serie di incontri segreti volti a convincerla ad abbandonare un’indagine su presunti crimini di guerra e contro l’umanità nei Territori palestinesi occupati. Lo riporta oggi il Guardian, precisando che i contatti segreti di Cohen con Bensouda sono avvenuti prima che l’ex procuratore decidesse di avviare un’indagine formale.
Secondo un alto funzionario israeliano sentito dal quotidiano britannico, le attività di Cohen “erano autorizzate ad alto livello” e giustificate dal fatto che la corte rappresentava una minaccia per possibili procedimenti giudiziari contro il personale militare. Un’altra fonte israeliana informata sull’operazione ha affermato che “l’obiettivo del Mossad era quello di compromettere il procuratore o di arruolarla per collaborare con le richieste di Israele”. Una terza fonte ha affermato che Cohen agiva come “messaggero non ufficiale” di Netanyahu.
Il Guardian ha precisato che le rivelazioni sull’operazione di Cohen fanno parte di un’indagine condotta in collaborazione con la testata israelo-palestinese +972 Magazine e la testata in lingua ebraica Local Call su una “guerra” segreta condotta per quasi un decennio da diverse agenzie di intelligence israeliane contro la Cpi.
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