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“Frontex non può aiutare l’Italia per rimpatri da Albania”. L’opposizione albanese contesta la ratifica davanti alla Corte Costituzionale

“Non sta a me giudicare come il governo italiano gestisce la politica sull’immigrazione. Noi possiamo fornire supporto sia a Paesi membri che a Paesi terzi e diamo sostegno all’Albania, ma il nostro regolamento non ci permette di fare rimpatri da Paesi terzi. Non ci è consentito di aiutare l’Albania a rimpatriare migranti. Se l’Italia ha bisogno di aiuto possiamo farlo sul suolo italiano con la giurisdizione italiana”.

Lo ha detto il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, in audizione al Comitato Schengen, rispondendo ad una domanda sull’accordo Italia-Albania. Leijtens ha anche risposto ad un quesito sulle ong come fattore di attrazione per i migranti. “Non ci sono fatti che lo dimostrano. Non so se i migranti pensano che vale la pena rischiare perchè c’è una nave umanitaria. Fossi in loro non rischierei a salire su barche costruite in 24 ore”, ha spiegato il direttore di Frontex. Le ong, ha aggiunto, “sono convinte di fare una cosa giusta ma non possono fare la loro attività come soggetti indipendenti nel Mediterraneo centrale. Ci deve essere fiducia. Se ascoltano i centri di coordinamento del soccorso marittimo e non agiscono di testa loro possono esser d’aiuto”.

Mercoledì l’opposizione in Albania si è espressa davanti alla Corte Costituzionale contro la ratifica di un controverso accordo che il governo ha firmato con l’Italia per elaborare congiuntamente alcune domande di asilo di migranti che arrivano in Italia via mare.

Il mese scorso, il primo ministro albanese Edi Rama e la sua controparte italiana Giorgia Meloni hanno annunciato un accordo quinquennale in cui l’Albania ha accettato di ospitare temporaneamente fino a 3.000 migranti al mese – fino a 36.000 migranti all’anno – mentre Roma accelera le loro richieste di asilo in Italia.

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