Cultura

Giuan prestami la bicicletta

Vi è mai capitato di aver netta la sensazione di aver “toppato”, ma non ci volete stare. Cioè sì, riconoscete di essere stati magari sufficienti anziché affettuosi, sgarbati piuttosto che cordiali, ma non vi piace sapervi così profondamente “bastardi dentro”. In fondo siete convinti di aver intuito pessime cose della controparte o comunque la ritenete ingiusta o quantomeno superficiale nei vostri riguardi. “Mi tratta – bofonchiate con neuroni che scintillano sotto le ciglia aggrottate – come fossi ciò che non sono più che poi in realtà non sono mai stato. Non mi vede proprio. Scivola indifferente sul mio sguardo ingenuamente emozionato. E poi, diciamola tutta, –  qui in genere ci s’ingegna con una, quanto meno, pausa alzando le spallucce per chiudere definitivamente sconfitto – parteggia sempre con gli altri, carogne insulsi fedigrafi, senza mai prendere le mie parti”.  In realtà state già criticando mentre lo fate quel pensiero sapendo che se avete agito così, caricandovi durante il tragitto per finire ineluttabilmente di traverso, è perché siete più o meno consapevoli che sotto sotto ci può essere stata una bella “negazione” per aver colto, in qualche modo, qualcosa di grosso che vi ha steso. E vabbè, ma così non vale. E tutte le vostre ragioni, così diciamo psicologicamente interpretate, andrebbero a farsi friggere. E allora che fare? C’è poco da fare, se non consolarsi con la famosa barzelletta Giuan prestami la bicicletta.
Ambrogio, un vecchietto milanese, deve andare in ospedale il mattino dopo e, siccome c’è lo sciopero dei trasporti, ha pensato di chiedere in prestito la bicicletta al suo amico Giovanni.
La moglie di Ambrogio  dice: “vedrai che chel li te la presta no la bicicletta”.
Ambrogio si avvia per andare da Giovanni e intanto pensa “ma si, di sicuro me la presta la bicicletta, ci conosciamo da 50 anni …” dopo un po’  “Però è vero che lui è un po’ geloso delle sue cose mah …”, intanto continua a camminare e pensare “No, no me la presta di sicuro. Figurati io e Giovanni abbiamo fatto la guerra insieme – Però … però è vero che la moglie è un po’ stronza perciò bah … — No, no Giovanni me la presta subito, in Russia gli ho salvato la vita figurati se non me la presta ….”. Intanto continua a camminare e continua a pensare a tutte le possibilità. “Me la presta si … magari no … magari gli serve … no per me farebbe qualsiasi cosa — no e se la moglie non vuole boh …”.  Cammina, cammina arriva sotto il portone di Giovanni. Suona, Giovanni si affaccia e lui, ormai arrabbiato, dice:
“Ue Giuan va dar via al cu’ ti e la tua bicicletta”.

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