Editoriale

Good morning Kiev. Sbrighiamoci a far la guerra che dobbiamo far pace. Sempre la stessa storia

In questi ultimi mesi si stanno verificando situazioni ed eventi che hanno una serie di precedenti storici. Qualche anima candida sottolinea, scandalizzandosene, come i combattimenti in Ucraina stiano continuando e, in alcuni casi, intensificandosi, nonostante le trattative in corso.

La guerra attualmente in corso ha delle caratteristiche che ricordano in qualche maniera conflitti precedenti. In particolare, proprio partendo da questa ultima considerazione (i combattimenti durante le trattative), si può azzardare un paragone con quello che successe durante la guerra in Vietnam. Durante l’ultima fase delle trattative per porre fine alla guerra del Vietnam (1968-1973), i combattimenti e i bombardamenti continuarono nonostante i negoziati, in particolare a causa delle strategie oscillanti delle parti coinvolte.

Dopo il fallimento dei negoziati e l’Offensiva di Pasqua lanciata dal Vietnam del Nord (marzo 1972) Nixon ordinò l’operazione “Linebacker I” (maggio-ottobre 1972) con bombardamenti massicci sul Nord Vietnam per costringere quest’ultimo a trattare. A ridosso della firma del trattato di Parigi (27 gennaio 1973), poi, ci furono gli attacchi più intensi di tutta la guerra con l’operazione “Linebacker II” nota come “Bombardamenti di Natale”, nel dicembre 1972, che durarono undici giorni con raid aerei indiscriminati su Hanoi e Haiphong, effettuati con con B-52 che partivano direttamente dalla Carswell Air Force Base di Ft Worth (Texas), che portarono alla morte di migliaia di vittime civili.

Un altro parallelismo tra i due conflitti lo si può fare partendo dalle origini stesse della guerra. Il conflitto in Ucraina è frutto tra l’altro del boicottaggio dei due trattati che furono firmati dalle parti e che avrebbero dovuto portare a una soluzione della controversia tra Russia e Ucraina, i trattati Minsk 1 e Minsk 2.

Questi due trattati sono una serie di accordi volti a risolvere il conflitto nell’Ucraina orientale, scoppiato nel 2014 tra le forze governative ucraine e i separatisti filo-russi sostenuti dalla Russia. Il primo fu firmato il 5 settembre 2014 con la mediazione di OSCE. Dopo il fallimento del primo fu raggiunto il 12 febbraio 2015 un nuovo accordo con la mediazione di Francia e Germania. Entrambe le parti si accusarono reciprocamente del fallimento di questi trattati ma è ormai accertato come una autorevole voce in capitolo lo ebbero anche USA e Gran Bretagna che avevano interesse a mantenere alta la tensione nell’area in un’ottica anti russa.

La stessa cosa la possiamo riscontrare andando a vedere cosa successe nei lontani anni ’50 in Vietnam. La Battaglia di Dien Bien Phu dove i  Viet Minh sconfissero la Francia, portò il Presidente francese  Pierre Mendès France a firmare gli Accordi di Ginevra che prevedevano la divisione del Vietnam lungo il 17° parallelo, il Nord Vietnam con capitale Hanoi e il Sud Vietnam con capitale Saigon ed elezioni previste per il 1956 per la loro riunificazione, elezioni mai svolte per il boicottaggio del  Sud Vietnam, sostenuto dagli USA.

Il 26 ottobre 1955, Ngo Dinh Diem diventa presidente del Sud Vietnam con l’appoggio del governo americano. All’inizio del 1961 il presidente John F. Kennedy invia consiglieri militari per sostenere il Sud Vietnam e il 7 agosto 1964 il Congresso USA approva la Risoluzione del Golfo del Tonchino (chiamata così in riferimento ad un attacco Nord Vietnamita ad una nave americana nel Golfo del Tonchino), dando a Lyndon B. Johnson poteri illimitati per intervenire militarmente. Ha inizio una guerra che durerà fino alla firma degli Accordi di Parigi, sotto la presidenza Nixon il 27 gennaio 1973, che prevedeva il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe USA.

In entrambi i conflitti, tutto ha inizio con il boicottaggio di accordi che avrebbero potuto evitare, nel caso della guerra in Vietnam, tre milioni di morti dei quali 58 mila americani. In entrambe le crisi gli USA hanno lasciato al proprio destino i vecchi alleati (vedi anche Iraq e Afghanistan tanto per citarne altri due) e anche nel caso della guerra tra Russia e Ucraina si rinnova il detto, ben conosciuto nelle stanze della politica USA, che le guerre le iniziano i democratici e le finiscono i repubblicani.

Come si vede nulla di nuovo sotto le bombe. I famosi corsi e ricorsi storici si ripetono sempre uguali a se stessi, possono cambiare gli addendi ma il risultato rimane lo stesso: morte, distruzione e popolazione civile vittima degli appetiti degli apparati nazionali e sovranazionali.


 

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