Diritti

Gravi violenze contro i profughi in Bulgaria

Un numero consistente di testimonianze di profughi in arrivo in Europa rivela gravi violenze commesse da rappresentanti delle forze dell’ordine in Bulgaria. Safe Passage, un’indagine condotta su oltre cento persone dal Centro di Belgrado per i diritti umani, dimostra che abusi e minacce sarebbero avvenuti al confine bulgaro con Serbia e Turchia, e nei centri raccolta profughi in Bulgaria. La ricerca, finanziata da Oxfam, raccoglie le testimonianze di afgani, siriani e iracheni che denunciano di aver subito estorsioni, rapine, violenze, minacce di espulsione e perfino aggressioni di cani poliziotto.

Le testimonianze

·         Dieci persone intervistate denunciano di aver assistito alle minacce di un poliziotto che puntava la pistola alla testa di un profugo, mentre altri giacevano a terra lì vicino, presumibilmente privi di sensi. Spaventati hanno cercato di scappare e nascondersi, ma di lì a poco sono stati presi dalla polizia, picchiati e derubati dei pochi oggetti di valore che avevano con sé. Vengono lasciati senza cibo e acqua. Arrivati al confine con la Serbia, le forze dell’ordine li aggrediscono lanciandogli contro cani poliziotto, si sentono anche colpi di pistola. Sette di loro sono scomparsi, e in nessun modo è stato possibile contattarli.

·         Due afghani denunciano che due poliziotti hanno sparato per impedirgli di fuggire, ferendo due persone nel loro gruppo.

·         Ragazzi minorenni testimoniano di essere stati fermati da sei poliziotti bulgari che li hanno minacciati con pistole e cani, ricacciandoli in territorio turco. Sette di loro sono riusciti a fuggire, mentre altri quindici sono stati catturati: uno è stato colpito alla gamba.

·         Un ragazzo afghano di vent’anni racconta di essere stato picchiato con una pistola da un poliziotto.

Appello a Ue e Governo bulgaro: urgente un’indagine per tutelare i diritti

Le interviste sono state raccolte a Dimitrovgrad, al confine tra Serbia e Bulgaria, dove passano fino a 200 persone al giorno; ma ci sono anche altre organizzazioni per i diritti umani come l’Helsinki Committee for Human Rights di Sofia a riportare casi di maltrattamenti e gravi violenze subite da rifugiati e migranti in Bulgaria.

Oxfam e il Centro per i diritti umani di Belgrado chiedono perciò alle autorità bulgare di aprire un’indagine sugli abusi denunciati, assicurandosi che i funzionari di polizia rispettino i diritti umani dei rifugiati nelle operazioni di frontiera.

Tutte le persone con cui abbiamo parlato, arrivate in Serbia attraverso la Bulgaria negli ultimi 5 mesi, ci hanno raccontato di aver subito abusi e violenze atrocidice Nikolina Milic del Centro per i diritti umani di BelgradoCon questo rapporto vogliamo far sapere a tutto il mondo cosa presumibilmente accade in Bulgaria su base quotidiana. La violenza di cui sono vittime persone che fuggono da guerra e povertà è davvero inaccettabile in un paese dell’Ue. Per questo chiediamo un’inchiesta indipendente sui fatti denunciati nel nostro rapporto e al governo bulgaro di esprimere una ferma condanna per questa grave violazione di diritti umani

I rifugiati che arrivano in Europa devono essere trattati con dignità e hanno diritto di ricevere protezione; non dovrebbero mai essere vittime di ulteriori brutalità e xenofobiadice Stefano Baldini, direttore di Oxfam nell’Europa sud-orientale Le testimonianze raccolte offrono un quadro coerente degli abusi che sarebbero avvenuti in Bulgaria. Alla luce di queste gravi violazioni, l’’Unione europea deve intervenire e agire per garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali all’interno dei suoi confini,

I profughi che arrivano in Europa vivono una condizione di totale incertezza e mancanza di protezione: non sanno dove si trovano le zone di aiuto umanitario e continuamente rischiano di finire nelle mani dei trafficanti.

La situazione lungo la rotta balcanica

·         Nel corso dell’anno, fino ad ottobre, 475.020 persone hanno attraversato i paesi dell’Europa orientale (soprattutto Grecia, Macedonia e Serbia) lungo la cosiddetta “rotta balcanica” (fonte UNHCR);

·         in Serbia sono stati registrati 213.929 arrivi e altre 143.279 persone sono arrivate in Macedonia nel periodo compreso fra il 19 giugno e il 15 ottobre (fonte UNHCR);

·         la maggior parte dei rifugiati lungo la rotta balcanica sono siriani (69%), afghani (19%) e iracheni (6%): sono persone che scappano da guerre e povertà (fonte UNHCR);

·         il 25% dei migranti sono minorenni: di questi, più di 5.800 sono minori non accompagnati che cercano spesso di scappare dai centri di accoglienza per evitare la registrazione (fonte UNHCR);

·         dalla fine di settembre, la Serbia ha registrato una media di 4.000-4.500 nuovi ingressi al giorno;

·         dopo che l’Ungheria, il 19 ottobre, ha chiuso la frontiera con la Croazia e che la Slovenia, a seguito della deviazione del flusso di migranti, ha preso la decisione di accogliere solo 2.500 persone al giorno, la stragrande maggioranza delle persone si è riversata sul confine serbo-croato. Nei giorni peggiori, più di 2.000 persone sono state costrette a rimanere all’aperto, sotto la pioggia e al freddo;

·         a Belgrado, dozzine di migranti sono costrette a passare la notta nei parchi vicini alla Central Bus Station: molti sono arrivati percorrendo l’ormai nota “rotta bulgara”, con terribili storie di abusi;

·         con la chiusura delle frontiere europee i migranti rischiano di rimanere bloccati nei Balcani occidentali;

·         i rifugi per i migranti non sono ancora pronti per l’inverno in arrivo: c’è urgente bisogno di kit invernali per sostenere i rifugiati durante il loro viaggio;

·         è prevedibile che i migranti abbiano sempre più bisogno di cibo, acqua potabile, rifugi, kit igienici e invernali.

 

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