Politica

HOTSPOT ELETTORALE Meloni in Albania con Rama che attacca la stampa: “Non c’è nessuna mafia albanese”: Sull’accordo con l’Italia: “Se sarà un errore sarà un errore di cuore”

A tre giorni dalle elezioni europee Giorgia Meloni, accompagnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, arriva in Albania per consacrare con il primo ministro albanese Edi Rama il Protocollo fra Italia e Albania sulla gestione dei migranti. Al porto di Shengjin, a circa 70 chilometri da Tirana, in fretta e in furia è stata completata la prima struttura che al momento, comunque, non potrà essere utilizzata. Quello di Shengjin è infatti il centro che dovrebbe essere destinato alle procedure di ingresso dei migranti. L’altra struttura, a Gjader, è infatti ancora un cantiere aperto: doveva essere pronta il 20 maggio. Una visita che gli esponenti dell’opposizione hanno duramente criticato: “Solo un spottone elettorale”.

Dure le parole di Edi Rama verso i politici del centrosinistra e la stampa italiana, soprattutto dopo quanto diffuso da sui centri che nasceranno per accordi tra il nostro Paese e l’Albania, per trasferire i migranti in attesa della valutazione delle loro richieste di accoglienza. Poche settimane fa il Pd aveva diffuso dei video dalle zone dove sarebbero dovuti sorgere i centri d’accoglienza, che mostravano l’assenza di strutture e un grosso ritardo sul cronoprogramma. “Vergognoso chi getta fango verso l’Albania”, ha detto Rama alla conferenza stampa congiunta con la premier italiana, che hanno visitato il primo hotspot realizzato a Shengjien, vicino a Tirana, nell’ambito degli accordi con l’Italia per la gestione dei migranti. Meloni ha spiegato poi l’importanza del progetto sviluppato con l’Albania e a che punto è la realizzazione.

“Non c’è nessuna mafia albanese, è un concetto usato per gettare fango sull’Albania“, ha detto Rama, che attacca chi ha versato “fiumi di fango” sul Paese per le accuse rivolte di criminalità e corruzione legate ai centri di migranti. “Esprimo tristezza su tante verità che si sono dette sull’Albania con il chiaro intento di buttare fango. Devono vergognarsi”, ha detto ancora il primo ministro albanese. “Noi aiutiamo l’Italia con il cuore. Siamo fieri di aiutare” l’Italia, ha spiegato.

Sull’accordo tra Italia e Albania, “se sarà un errore sarà un errore di cuore. Non di calcoli malvagi. Noi abbiamo cercato di fare, senza avere la pretesa di risolvere il problema dell’immigrazione in Europa, l’Albania “non si è girata dall’altra parte. Ed è fiera di aver aiutato l’Italia” per cercare di “aggiungere qualcosa di costruttivo”. Con l’Italia, ricorda c’è “un legame indissolubile” e che “qui in Albania non c’entra il colore politico delle forze che governano in Italia. I miei cari compagni di sinistra italiani devono capire che la tessera di partito non c’entra niente“, ha detto Rama ringraziando la premier Meloni, “il governo italiano sarà sempre un governo di un Paese a cui dobbiamo un’amicizia speciale. Non è una questione politica”.

Giorgia Meloni si dispiace per le accuse rivolte al Paese e parla di duri attacchi verso l’Albania e alla sua classe politica, “dipinta come un narcostato governato dalla criminalità organizzata”. La premier ricorda la collaborazione che c’è tra i due paesi da lungo tempo, come quando, durante la pandemia, sono arrivati in Italia i medici dall’Albania per supportare il sistema sanitario italiano durante l’emergenza. E aggiunge: “Opposizione prima parla di Guantanamo e poi si lamenta dei ritardi” – “Le opposizioni prima ci accusano di star facendo una nuova Guantanamo, poi si lamentano di ritardi nel fare Guantanamo”, Ha detto Giorgia Meloni sottolineando che i ritardi sono “legati alla natura dei terreni di Gjader che non avevamo previsto e hanno richiesto interventi di rafforzamento“. All’opposizione che parla di un spot elettorale, la premier replica: “Faccio il mio lavoro, lo considero normale, ma tanto come si fa si sbaglia. Se io avessi smesso di governare in questo mese e avessi fatto campagna elettorale – ha aggiunto – avrebbero detto che non governavo perché facevo campagna elettorale. Continuo a governare e mi dicono che faccio campagna elettorale perché governo. Qualcosa dovrò pur fare. L’unica cosa che non posso fare, è che piacerebbe all’opposizione, è scomparire“, ha detto la presidente del Consiglio.

“Nel giorno in cui la premier Meloni visita l’Albania per rendere operativo l’accordo che prevede la deportazione di alcuni dei naufraghi soccorsi in acque internazionali verso centri di detenzione in un paese extra-Ue, vogliamo ribadire la nostra ferma contrarietà a questo tipo di accordi che violano non soltanto il diritto internazionale relativo al soccorso in mare, ma anche i diritti individuali delle persone soccorse”. Lo sottolinea Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Mediterranèe Italia, ha ribadito ancora la posizione dell’organizzazione non governativa di soccorso in mare.  Sos Mediterranèe Italia aveva infatti aderito all’appello siglato da moltissime organizzazioni del Terzo Settore, con il quale si chiede la revoca degli accordi con il Paese balcanico relativi al trattenimento illecito e illegale delle persone in movimento attraverso il Mediterraneo Centrale.

“È un’iniziativa illegittima e un inutile spreco di risorse”, continua Taurino. “Con le altre ong abbiamo sottoscritto un appello per denunciare che tutta l’operazione Albania è irrispettosa del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali. In base a quale legge internazionale queste persone verranno portate in Albania?”. “Il diritto internazionale – conclude la direttrice generale di Sos Mediterranèe Italia – è chiaro: le persone soccorse devono essere immediatamente sbarcate nel porto sicuro ragionevolmente più vicino”.

Secondo l’associazione accordi come quello con l’Albania “complicano inutilmente il soccorso, che è già reso problematico dalla scarsità dei mezzi in mare. Tutte queste risorse potrebbero essere molto più efficacemente dirette al vero soccorso, quello che gli Stati europei hanno abbandonato dal 2017. Da anni, infatti, chiediamo il ripristino una missione di soccorso guidata dagli Stati europei nel Mediterraneo centrale, che invece è volutamente sguarnito, la revoca degli accordi con Stati terzi che violano i diritti umani delle persone e la fine della criminalizzazione dei soccorritori”.


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