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Il fallo da ultimo uomo esiste?

E’ l’espressione usata da Antonio Conte allenatore della Juventus, intervistato subito dopo la gara dei quarti di finale di Coppa Italia persa contro la Roma all’Olimpico lo scorso 21 gennaio, a proposito del fallo del gigante giallorosso Benatia (cm. 190 x kg. 92 circa) ai danni del piccolo attaccante bianconero Sebastian Giovinco (cm. 164 x kg. 62 circa). Al 13’ del primo tempo l’arbitro Tagliavento ammonisce il difensore marocchino che trattiene da “ultimo uomo” il suo diretto avversario, che non è in fuorigioco ma non ha ancora controllato il pallone lanciato da Pirlo e si trova spalle alla porta un paio di metri fuori area. Conte e altri juventini chiedono il “rosso”, ma cosa dice il Regolamento? E il fallo da ultimo uomo, esiste ancora?

E’ curioso che siano proprio i giornalisti a rimproverare al tecnico dei campioni d’Italia l’uso improprio dei termini in materia calcistica, quando spesso invece adoperano espressioni e parole tecnicamente non corrette. Facciamo un esempio: la regola del vantaggio. Ebbene, tra le definizioni delle 17 Regole del Giuoco del Calcio, nessuna menzione è fatta per questa espressione, usata nell’ambito dei poteri e doveri dell’arbitro, che… lascia proseguire il gioco quando la squadra contro la quale è stata commessa un’infrazione beneficerà da ciò di un vantaggio e punisce l’infrazione iniziale se il vantaggio accordato non si è concretizzato nell’immediatezza.

Ma torniamo al fallo da ultimo uomo: la scorsa settimana abbiamo esaminato la Regola 11 che riguarda il “Fuorigioco”, partendo dall’interpretazione di un caso concreto. La successiva REGOLA 12 del Regolamento del Giuoco del Calcio si intitola “Falli e scorrettezze”: la parte relativa al Regolamento tratta del calcio di punizione diretto e indiretto, del calcio di rigore, delle sanzioni disciplinari e delle infrazioni passibili di ammonizione e/o espulsione. C’è poi la parte relativa all’Interpretazione delle Regole del gioco e alle linee guida per gli Arbitri: IMPEDIRE LA SEGNATURA O UN’EVIDENTE OPPORTUNITA’ DI SEGNARE UNA RETE è esattamente quel che fa al caso nostro.

Racchiuse nell’espressione “condotta gravemente sleale”, la REGOLA 12 prevede due diverse infrazioni punibili con l’espulsione del calciatore: impedire alla squadra avversaria, toccando volontariamente il pallone con le mani, la segnatura di una rete oppure un’evidente opportunità di segnare una rete; impedire ad un calciatore avversario che si dirige verso la porta, mediante un’infrazione punibile con un calcio di punizione o di rigore, un’evidente opportunità di segnare una rete. Non è necessario che l’infrazione si verifichi all’interno dell’area di rigore.

Per assicurare maggiore uniformità di giudizio e minore discrezionalità di valutazione, gli elementi per considerare EVIDENTE un’opportunità di segnare una rete sono:

1)      la direzione dell’azione: il calciatore deve dirigersi verso la porta avversaria e non genericamente verso la linea di porta o verso un angolo del terreno di gioco;

2)      la probabilità di controllare il pallone: il calciatore deve essere in possesso del pallone o deve poterlo controllare facilmente;

3)      il numero dei difendenti capaci di intervenire nell’azione e la loro posizione sul terreno di gioco (al massimo uno tra il calciatore e la porta, oltre a chi commette il fallo);

4)      il punto dove è commesso il fallo: più è lontano dalla porta, meno è probabile che l’opportunità sia EVIDENTE.

Gli arbitri per decidere se espellere un calciatore per aver impedito la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete devono considerare questi quattro elementi: se manca uno qualunque di questi elementi, l’opportunità di segnare una rete non può definirsi EVIDENTE.

Ora avete tutti gli elementi per decidere da soli, ma non parlate più di ultimo uomo!

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