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Quando gli ultras fanno storia

Domenica 28 agosto i tifosi del Cosenza in trasferta a Parma hanno rievocato con due striscioni gli “arditi del popolo”, che respinsero a Parma l’assalto delle colonne fasciste guidate da Italo Balbo, cento anni fa nell’agosto del 1922. E poi dicono: “Gli ultras”! Animatore della resistenza armata era Guido Picelli, comunista, che scrisse a Gramsci di essere pronto a coordinare in altre città d’Italia l’opposizione al Fascismo. È andata diversamente.
Picelli continuò prima a Parigi e poi a Mosca, dove ebbe l’incarico di insegnare “strategia militare” alla scuola leninista internazionale, la sua complessa vicenda umana e politica. Guardato con sospetto dal Comintern chiese di potersi unire alle brigate del Fronte popolare nella guerra civile spagnola. Assunse il comando di una colonna di 500 volontari delle Brigate Internazionali, e, a seguito dell’accordo di Parigi tra PCdI, PSI e Partito Repubblicano per superare gli esistenti acerbi contrasti, confluì nel Battaglione Garibaldi, al cui comando conquistò il villaggio strategico di Mirabueno sul fronte di Guadalajara. Elogiato dal comandante in capo della XII Brigata, pochi giorni dopo, il 4 gennaio 1937, veniva colpito in un’azione militare. Le differenti testimonianze sulla sua morte, avvenuta il giorno dopo, hanno fatto pensare anche a un omicidio politico su mandato del Comintern.

Massimo Scalia

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