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Iran, corsi e ricorsi storici

L’isolamento del Qatar da parte dell’Arabia Saudita, degli Stati del Golfo e dell’Egitto è la
conseguenza di antichi problemi ma anche del piano di USA e Israele di mettere nello stesso
progetto l’obiettivo di combattere Daesh e la Repubblica islamica dell’Iran.

L’attacco del 7 giugno al Parlamento di Teheran lo dimostra senza alcun dubbio.
L’isolamento dell’emiro al-Thani, simpatizzante dell’Iran, con l’accusa di sauditi ed Egitto
di sostenere i Fratelli Musulmani, i gruppi salafiti e il movimento palestinese Hamas (da che pulpito…)
è un primo passo per attaccare l’attuale dirigenza Iraniana e fare i conti con l’anima sciita
del mondo islamico.

Le monarchie sciite stanno perdendo la guerra contro il regime di Damasco, sostenuto da Iran,
Russia e Hezbollah libanesi e cercano di ribaltare il tavolo prendendosi una rivincita contro
la Repubblica islamica.

L’avversione per l’Iran da parte sia dei sauditi sia delle potenze occidentali (USA e GB in testa) ha
radici profonde. Nel 2103 la CIA ha, per la prima volta, ammesso apertamente la sua
responsabilità nel colpo di stato che portò il 19 agosto 1953 al rovesciamento del governo del
primo ministro iraniano Mohammed Mossadeq.

Questo episodio da il via ad un lungo periodo diinstabilità che avrà il suo culmine
con l’assalto all’Ambasciata Americana a Teheran il 4 novembre 1979.

Il Movimento Nazionale Iraniano, responsabile dell’attacco, temeva infatti che l’Ambasciata
americana stesse tramando per un ritorno dello Scià, come successe nel 1953 con il colpo di Stato
che depose il Primo Ministro Mohammad Mossadeq e permise il ritorno dall’esilio di Reza Pahlavi.

Mossadeq fu Primo Ministro d’Iran dal 1951 al 1953. La sua elezione fece seguito agli avvenimenti
connessi al mancato rinnovo della concessione sullo sfruttamento del petrolio iraniano alla Anglo-
Iranian Oil Company, che Reza Pahlavi aveva rilasciato nel 1933 ai britannici. Da anni la AIOC era
fortemente contestata in Iran sia dal clero sciita guidato dall’Ayatollah Kashani che dai popolar-
nazionalisti.

L’opposizione era guidata appunto da Mohammed Mossadeq, allora Presidente della
Commissione d’inchiesta parlamentare sul Petrolio. Le risorse petrolifere, infatti, venivano sfruttate
quasi totalmente a favore dei petrolieri inglesi.

Nel 1951 il negoziato per il rinnovo fu bloccato dall’assassinio del Primo Ministro Razmara,
che era favorevole ad una nuova intesa. La svolta arrivò quando al posto di Razmara
il Parlamento elesse all’unanimità Mossadeq che prometteva la nazionalizzazione dell’AIOC,
ribattezzata in seguito National Iranian Oil Company (NIOC).

L’azione del governo presieduto da Mossadeq si spinse fino al punto di fissare un salario minimo di 50
centesimi il giorno che la compagnia doveva versare alle maestranze iraniane (norma fino a quel
momento inimmaginabile). Gli accordi prevedevano anche fondi da destinare agli oneri sociali:
case, scuole ed ospedali dovevano essere finanziati con i proventi petroliferi (sottratti da quel 94%
che finiva nelle casse britanniche).

Per tutta risposta la Gran Bretagna congelò i capitali iraniani che si trovavano in molte delle sue
banche, rafforzò la presenza militare nel Golfo Persico, attuò un blocco navale che impediva
l’esportazione di petrolio e dispose un embargo commerciale. Della questione si occupò il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al quale Mossadeq partecipò personalmente per
difendere il suo Paese riportando una importante vittoria diplomatica sull’Inghilterra. Per la sua
vittoria all’ONU egli fu proclamato “Uomo dell’anno 1951” dalla rivista “Time”.

Nel 1953 Mossadeq costrinse lo Scià a lasciare il paese e molti temettero che volesse proclamare
la Repubblica. A causa della crisi economica e delle resistenze alle sue riforme per
la modernizzazione del Paese, Mossadeq fu abbandonato da molti suoi alleati, e in particolare
dal clero sciita militante, guidato dall’Ayatollah Kashani.

Mentre Mohammad Reza era in esilio a Roma, a fronte della resistenza dei grandi latifondisti,
nonché dei religiosi, che gestivano immense proprietà di manomorta, nell’agosto
del 1953 il governo guidato da Mossadeq fu abbattuto da un colpo di Stato militare favorito da
un’operazione coperta dei servizi segreti americani e britannici, denominata Operazione Ajax, e
sostituito da Fazlollah Zahedi, gradito agli inglesi.

Il colpo di stato ha segnato una ferita profonda nella società iraniano ed ha lasciato una duratura
eredità. Il golpe ha fermato l’avanzamento dell’Iran verso la sua piena autonomia. La caduta dello
Scià, ad opera della Rivoluzione Islamica del 1979 (che istituì un regime anti occidentale) venne
giudicata, da tutti gli osservatori, come effetto di quegli eventi passati che resero sempre più
impopolare la monarchia. Ancora una volta la storia si ripete uguale a se stessa, errori si sommano
ad errori in un vortice senza fine che porta inevitabilmente a muovi scontri, a nuova
destabilizzazione cime si vede anche oggi.

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