L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito venerdì il quartier generale di Hezbollah a Beirut, in seguito alla promessa del primo ministro Benjamin Netanyahu di continuare a combattere in Libano in seguito alla richiesta di cessate il fuoco da parte di Stati Uniti e Francia.
Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha detto che l’obiettivo si trovava sotto edifici residenziali a Dahiyeh, sobborghi meridionali di Beirut. I media israeliani hanno riferito che il segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah era stato l’obiettivo dell’attacco.
L’attacco di venerdì a Nasrallah è stato effettuato dopo che due precedenti proposte di operazioni per assassinare il leader di Hezbollah erano state respinte dal gabinetto di sicurezza israeliano l’anno scorso, hanno riferito ad Al-Monitor fonti di intelligence israeliane di alto livello. L’esercito israeliano aveva proposto un piano iniziale l’11 ottobre 2023 e un altro la scorsa settimana, ma entrambi erano stati respinti dal gabinetto, hanno detto le fonti. La terza proposta per eliminare Nasrallah è stata l’unica accettata dal gabinetto di sicurezza.
L’agenzia di stampa di Hezbollah, Al-Manar, ha riferito che un'”aggressione sionista” nella zona ha raso al suolo almeno quattro edifici. Nel frattempo, il Ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno due persone sono state uccise e 76 ferite, ma è probabile che il numero aumenti man mano che le squadre di pronto intervento setacciano la zona.
L’emittente pubblica israeliana Kan ha riferito che i funzionari israeliani hanno informato le loro controparti statunitensi dell’intenzione di attaccare poco prima che avesse luogo.
Tuttavia, la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh ha detto ai giornalisti venerdì che gli USA non avevano alcun preavviso dell’attacco israeliano. “Gli Stati Uniti non erano coinvolti in questa operazione e non avevamo alcun preavviso”, ha detto.
L’attacco israeliano ha coinvolto bombe “bunker-busting” da duemila libbre, un tipo di munizione utilizzata per raggiungere obiettivi sotterranei, ha riferito Al Jazeera, citando i media israeliani.
L’annuncio di Hagari è arrivato poco dopo che Netanyahu aveva pronunciato un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, dove aveva promesso di continuare a colpire Hezbollah finché i residenti del nord di Israele non potranno tornare alle loro case in sicurezza.
L’ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato che tornerà in Israele da New York in anticipo, arrivando alle 3 di mattina di sabato, ora locale, nonostante lo Shabbat ebraico. Il comune di Tel Aviv ha ordinato l’apertura di tutti i rifugi pubblici per coloro che non hanno una stanza rifugio nelle loro case.
Dal palco dell’Assemblea Generale il premier israeliano attacca le Nazioni Unite e difende Israele: “Noi il bene in lotta contro il male”.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui ha sostenuto le ragioni di Israele nella crisi in corso. “Non avevo intenzione di venire qui quest’anno. Il mio paese è in guerra, sta lottando per sopravvivere” ha detto Netanyahu. “Ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie rivolte al mio paese da molti degli oratori su questo podio, ho deciso di venire qui e mettere le cose in chiaro”. L’intervento del premier israeliano arriva nel quinto giorno di bombardamenti sul Libano e mentre le forze armate dello Stato ebraico si preparano per una potenziale incursione di terra. Ieri il premier ha opposto un secco ‘no’ alla proposta di cessate il fuoco di 21 giorni sostenuta dagli Stati Uniti. I diplomatici arabi e di diversi paesi del cosiddetto ‘Sud Globale’ hanno abbandonato la sala non appena il premier israeliano ha iniziato a parlare. Israele ha intensificato la portata degli attacchi in Libano la scorsa settimana, lanciando raid contro Hezbollah che hanno eliminato alcuni tra i massimi leader del gruppo militante sciita, causando al contempo più di 600 morti per la maggior parte civili. L’escalation – dopo quasi un anno di guerra a Gaza a seguito dell’attacco del 7 ottobre 2023 e che ha causato almeno 41mila morti – rischia di travolgere l’intero Medio Oriente nel baratro di un conflitto totale.
Netanyahu ha usato il suo discorso alle Nazioni Unite per attaccare le Nazioni Unite, definendole una “palude di bile antisemita” un linguaggio che riprende un ritornello frequente di Donald Trump, dichiarando che il mondo deve decidere se sostenere il piano dell’Iran di “tornare a un’epoca oscura di terrore e guerra”. “Ho una domanda per voi – ha detto il premier – La vostra nazione starà con Israele? Starà con la democrazia e la pace? O starà con l’Iran, una dittatura brutale che soggioga il suo stesso popolo? Esporta il terrorismo in tutto il mondo? Questa è una battaglia tra il bene e il male, non ci devono essere equivoci”. Come già fatto in altre occasioni passate, Netanyahu ha mostrato alla platea due mappe. Una mostrava ‘la benedizione’ di Israele e dei suoi partner arabi che formano “un ponte di terra che collega Asia ed Europa”, che ha detto conteneva la promessa di linee ferroviarie, linee energetiche e cavi in fibra ottica. La seconda mappa ‘la maledizione’ che, ha detto, mostra “l’arco del terrore” che l’Iran aveva creato con i suoi alleati. “Da un lato, una benedizione luminosa, un futuro di speranza. Dall’altro, un futuro oscuro di disperazione”, ha detto.
Il suo discorso ieri era stato preceduto da quello del presidente dell’Autorità nazionale Palestinese (Anp) Mahmoud Abbas. Intervenendo dal palco dell’Assemblea, l’ultraottantenne leader palestinese ha invitato la comunità internazionale a interrompere l’invio di armi a Israele. “Fermiamo questo crimine. Fermiamolo subito. Smettiamo di uccidere bambini e donne. Fermiamo il genocidio. Smettiamo di inviare armi a Israele. Questa follia non può continuare. Il mondo intero è responsabile di ciò che sta accadendo alla nostra gente a Gaza e in Cisgiordania”, ha detto Abbas affermando che i palestinesi sono “sottoposti a uno dei crimini più atroci della nostra era, il crimine di una guerra su vasta scala, di genocidio, che Israele sta perpetrando”. Centinaia di famiglie palestinesi “sono state annientate” ha ricordato Abbas “e migliaia sono morte a causa della diffusione di malattie ed epidemie e della carenza di medicine e acqua”. Il presidente palestinese ha anche accusato Israele di aver lanciato una nuova aggressione” contro il Libano chiedendo che “cessi immediatamente”.
Se, come mostrano i sondaggi, la linea dura fa guadagnare a Netanyahu consenso in patria, la sua visita New York in vista del discorso all’Onu è stata accolta da ampie proteste. Diversi cortei si sono sovrapposti nel corso della giornata, con la più grande dimostrazione che si è snodata per le strade di Manhattan e ha bloccato il traffico. Le manifestazioni, intorno all’Empire State Bulding, al Palazzo di vetro e nei dintorni dell’albergo in cui alloggia il premier israeliano sono state organizzate da gruppi di attivisti pro Palestina, tra cui Jewish Voice for Peace, e sono state in gran parte pacifiche. Ciononostante, il dipartimento di polizia della città ha reso noto di aver effettuato degli arresti al termine di tafferugli isolati. Tra i manifestanti c’erano anche alcuni parenti degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Nel pomeriggio, migliaia di dimostranti si sono radunati sui gradini della sede principale della New York Public Library a Bryant Park. Diversi oratori si sono rivolti alla folla, tra cui Jill Stein, candidata presidenziale dei Verdi, che ha criticato sia i democratici che i repubblicani per la loro risposta alla guerra a Gaza.