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La disputa tra Iran e Germania si inasprisce tra le ambiguità sulla morte del dissidente

Dichiarazioni contraddittorie sul destino di un dissidente tedesco-iraniano stanno puntando i riflettori sulla crescente tensione tra Berlino e Teheran. La magistratura iraniana ha inizialmente riferito che Jamshid Shahrmahd, condannato a morte per il suo presunto ruolo in un mortale attentato a una moschea, era stato “punito per le sue azioni”.

L’idea che Sharmahd fosse stato giustiziato ha rapidamente scatenato la condanna della Germania, che ha richiamato il suo ambasciatore a Teheran e chiuso i consolati iraniani per “l’omicidio”. Tuttavia, in un colpo di scena, un portavoce della magistratura iraniana ha in seguito affermato che Sharmahd era “morto” prima dell’esecuzione della sua sentenza.  

Mentre Germania e Iran sono in rotta di collisione, il presidente riformista Masoud Pezeshkian si scontra con crescenti ostacoli al suo impegno di migliorare le relazioni con l’Europa.

Il 27 ottobre le autorità giudiziarie di Teheran hanno ipotizzato che Sharmahd fosse stato giustiziato per accuse legate al terrorismo.

  • L’uomo con doppia cittadinanza tedesco-iraniana è stato descritto come il “capo di un gruppo mercenario” accusato di aver pianificato molteplici attacchi all’interno dell’Iran, presumibilmente sostenuti dalle agenzie di intelligence occidentali e da Israele.
  • Il 30 ottobre Mizan, l’agenzia di stampa della magistratura iraniana, ha ribadito l’accusa secondo cui Sharmahd sarebbe in contatto con i servizi di sicurezza israeliani e statunitensi.
  • Tuttavia, il portavoce della magistratura Asghar Jahangir ha affermato il 5 novembre che Shahrmahd era morto prima dell’esecuzione della sua condanna a morte.

I funzionari tedeschi si sono affrettati a condannare Teheran: il ministro degli Esteri Annalena Baerbock  ha affermato che Berlino aveva ripetutamente avvertito Teheran che l’esecuzione di un cittadino tedesco avrebbe “avuto gravi conseguenze”.

  • La Germania ha convocato  l’ambasciatore iraniano e ha richiamato il suo inviato a Teheran. Parallelamente, Baerbock ha ordinato la chiusura di tutti e tre i consolati iraniani in Germania dopo aver definito la Repubblica islamica un “regime disumano” che “usa la morte contro i suoi giovani, la sua stessa popolazione e i cittadini stranieri”.
  • Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha condannato la morte di Sharmahd “nei termini più forti possibili”, sostenendo che al dissidente “non è stata nemmeno data la possibilità di difendersi”.
  • Anche il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha condannato l’Iran, aggiungendo che il blocco europeo sta “considerando misure di risposta”.

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha reagito duramente alle critiche tedesche.

  • Araghchi ha dichiarato su Twitter/X che “nessun terrorista gode di impunità in Iran, anche se sostenuto dalla Germania”, aggiungendo che “un passaporto tedesco non garantisce l’impunità a nessuno, tanto meno a un criminale terrorista”.
  • Il principale diplomatico iraniano ha affermato che Sharmahd “ha apertamente e spudoratamente guidato un attacco terroristico” a una moschea di Shiraz nel 2008, che ha ucciso 14 persone e ne ha ferite più di 200. Il dissidente ha negato il coinvolgimento, anche se in seguito è emersa una clip in cui apparentemente elogiava l’attentato su un’emittente straniera in lingua persiana.
  • Araghchi ha inoltre accusato la sua controparte tedesca di “gaslighting”, accusando Berlino di sostenere “assassini di bambini e terroristi”, riferendosi a Israele.
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