Lettere di speranza. Genitori israeliani e palestinesi in lutto hanno scritto ai bambini persi a causa del conflitto. Niente più morti. Niente più stanze vuote.
Sono passati così tanti anni da quel giorno orribile, in cui improvvisamente sei scomparso dalle nostre vite per sempre, eppure fino ad oggi, ogni volta che apro il telefono e vedo il tuo dolce viso, il mio cuore si ferma e il mio sangue si ghiaccia.
Tu esisti dentro di me. Tutto il tempo. 59 secondi ogni minuto, ogni giorno e ogni notte, ogni momento. Tutto ancora e ancora. Sento la tua presenza. Il tempo non potrà mai guarire questa ferita. L’insostenibile facilità con cui la vita scorre è un enigma irrisolvibile.
Desidero sempre te, il tuo sorriso malizioso, la tua stanza disordinata e i tuoi amici. I tuoi amici ormai sono tutti cresciuti… con i propri figli, solo tu rimarrai per sempre una ragazzina. Non ho mai fatto del male a una sola anima.
Da quando te ne sei andato la mia vita è cambiata completamente. Sono una persona completamente diversa. Ogni mattina parto con la mia moto nera per Beit Jallah per incontrare mio fratello palestinese Bassam. Ha perso anche la sua amata figlia di dieci anni, Abir. Da quando ci siamo incontrati, siamo diventati più che fratelli. Entrambi corriamo da un posto all’altro e in giro per il mondo per convincere sia gli ebrei che gli arabi, e il resto del mondo, che non era il nostro destino perdere le nostre amate figlie! Che il ciclo di spargimenti di sangue può essere fermato e che non esiste altra via se non attraverso il dialogo e la riconciliazione.
Ci crederesti che tuo padre anarchico un giorno diventerebbe un attivista politico che combatte l’occupazione? Avresti creduto che tuo padre, un individualista estremo, sarebbe diventato insieme a Bassam il direttore del Circolo dei Genitori – Forum delle Famiglie? Un’organizzazione israelo-palestinese in lutto?
Queste attività ci danno un motivo per alzarci dal letto ogni mattina, spingendoci a cercare un significato per la morte insensata di te e dei tuoi amici e per la morte insensata di Abir e di tutti gli altri bambini innocenti di entrambe le parti.
Ho la sensazione che tu stia dietro di me, guardandomi alle spalle e sussurrando “Sì, papà, continua per me. Questa è la strada, non ce n’è un’altra…”
Amore,
Papà
scritto da Rami Elhanan, il padre di Smadar
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