Politica

L’umanità è divisa in tre categorie di persone: attivisti, caporali e indifferenti. Gli attivisti salvano vite, i caporali fanno ammuina. Gli indifferenti guardano il tg

E’ notizia di ieri che a Gjadër, in Albania, nel CPR realizzato dal governo Meloni con sperpero di denaro pubblico, i quindici poliziotti della Penitenziaria rimasti a guardia di una struttura deserta in un’area isolata nel nord del paese, inattivi per l’assenza di migranti, visti i ricorsi presentati e vinti contro questa sorta di reclusione per conto terzi che è l’assurda idea (peraltro plaudita dalla UE) di esternalizzare la reclusione dei migranti, si sono messi ad accudire i tanti cani che gironzolano nella zona.

Secondo quanto da loro stessi affermato dopo le prime cure mediche sono stati portati all’interno del carcere, dove sono stati seguiti durante la convalescenza. Possiamo definirla l’assistenza veterinaria più costosa della storia considerando che questa illuminata operazione è costata, fino ad ora, sessantadue milioni di euro senza contare il trasporto dei migranti con la nave da guerra ‘Libra’ della Marina militare italiana.

E mentre questa specie di pièce del teatro dell’assurdo andava in scena in Albania, un’altra serie di eventi avvenivano sul ben più drammatico palcoscenico delle zone SAR libica e maltese. Due salvataggi portati a termine da due delle tanto vituperate Ong. La prima per opera della ‘Life support’ di Emergency. Ieri, infatti, la nave ha salvato settantacinque persone nel Mar Mediterraneo in due operazioni nella zona SAR maltese.

Le persone tratte in salvo, partite dalla Libia, provengono da paesi come Bangladesh, Egitto, Eritrea, Palestina, Pakistan, Siria e Sudan, tutte affrontando gravi sfide come conflitti armati, instabilità politica, povertà e effetti della crisi climatica. “La prima delle due barche era inclinata. “Mentre navigavamo, abbiamo avvistato una seconda barca in pericolo dal ponte”, dice Jonathan, capo squadra SAR. Nessuno dei due vascelli era dotato di giubbotti salvagente. Life Support è ora in viaggio verso Vibo Valentia, in Italia, il porto assegnato dalle autorità.

Sempre ieri la ‘Geo Barents’, nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, nel Mediterraneo centrale ha raggiunto un gommone in difficoltà e ha soccorso i naufraghi a bordo. In totale sono ottantatre uomini e minori non accompagnati che hanno riferito che ventinove donne e bambini erano stati in precedenza intercettati dopo essere stati minacciati con le armi. Secondo le loro testimonianze, uomini armati hanno minacciato le persone sul gommone e hanno sparato in aria, facendo cadere in acqua oltre settanta persone.

L’équipe di Msf ha portato in salvo tutte le persone che erano in acqua e a bordo del gommone, mentre l’altra imbarcazione veloce si è allontanata con ventinove donne e bambini a bordo. Gli ottantatre uomini e ragazzi salvati sono ora a bordo della Geo Barents in stato di disperazione poiché i loro familiari sono stati respinti con forza in Libia. Un sopravvissuto ha raccontato che il mezzo su cui viaggiava è stato bloccato da due pattugliatori. “Ci hanno picchiati e derubati, poi hanno costretto ventinove persone a seguirli. Mia moglie e i miei figli sono lì”.

La folcloristica notizia dell’assistenza ai cani da parte dei nostri poliziotti della Penitenziaria e le drammatiche notizie che arrivano dal teatro di operazioni di salvataggio dei migranti stridono talmente tra loro da provocare una sensazione di disgusto. Disgusto per il fatto che ancora una volta imbarcazioni piene di disperati vengono, non solo abbandonate a loro stesse dalle autorità, ma addirittura si ripetono i criminali attacchi delle motovedette libiche con sequestro e rimpatrio di donne e bambini.

Cosa altro serve per certificare l’assoluta inadeguatezza di questo governo sulle politiche migratorie? Cosa altro deve succedere per spingere Meloni, Salvini, Piantedosi e tutta la compagnia cantando ad adottare misure adeguate alla situazione? Fino a quando all’opinione pubblica sarà facile far credere che operazioni come quelle dal CPR in Albania siano la risposta adeguata al problema sarà difficile far recedere questo governo da sperperare soldi pubblici in questo modo. Ancora una volta sarebbe opportuno che la società civile si mettesse una mano sulla coscienza e facesse sentire la propria indignazione per questa disumanità.

Ma se nemmeno il pericolo di una terza guerra mondiale spinge l’opinione pubblica a muoversi sarà difficile vedere mobilitazioni per salvare la nostra dignità di popolo e di nazione aprendoci finalmente a una politica di accoglienza degna di questo nome.

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