Le truppe israeliane hanno ucciso tre palestinesi a Jenin e arrestati altri 14 nel corso di un’operazione notturna nel nord della Cisgiordania. I militari hanno anche sequestrato armi e localizzato ordigni esplosivi nascosti sotto le strade della città. Tra le vittime, ha riferito la Mezzaluna Rossa, c’è Aref Ali Al-Kadoumi, membro del braccio militare di Fatah e delle forze di sicurezza palestinesi. Dall’inizio della guerra a Gaza, circa 3.200 palestinesi sono stati arrestati in Cisgiordania.
Le forze israeliane hanno lanciato un attacco anche su un quartiere di Damasco: lo riferiscono i media siriani. Secondo i media statali, diversi missili israeliani hanno colpito il distretto di Kafr Sousa, a sud-ovest. Il quartiere, in cui si trovano diverse agenzie di sicurezza, era già stato preso di mira un anno fa: allora furono uccisi esperti militari iraniani.
Nella notte un rifugio di Medici Senza Frontiere (MSF) ad Al Mawasi, a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, è stato colpito durante un’operazione militare israeliana. Almeno due familiari del personale MSF sono stati uccisi e altre sei persone sono rimaste ferite. “Siamo inorriditi da quanto accaduto” dichiara l’organizzazione medico-umanitaria.
“Siamo profondamente preoccupati per l’escalation della situazione in Cisgiordania, dove gli episodi di violenza sono aumentati e la vita quotidiana sta diventando sempre più invivibile per i palestinesi, poiché la loro libertà di movimento è limitata. Le incursioni delle forze israeliane hanno luogo in tutto il territorio su base quasi quotidiana”. E’ quanto riferisce Actionaid, che aggiunge: “Ogni giorno, in Cisgiordania, i palestinesi subiscono gravi violazioni dei loro diritti umani fondamentali. Il coprifuoco e la chiusura dei checkpoint tra le principali città impediscono a molti di accedere al proprio posto di lavoro o all’istruzione, o di vedere i propri familiari e amici. L’intera popolazione palestinese vive sotto costante sorveglianza e con la perenne minaccia di essere interrogata semplicemente mentre svolge la propria vita quotidiana, arrestata senza motivo o addirittura uccisa. Tutto questo non può continuare. I diritti dei palestinesi devono essere rispettati e protetti”.
Riferisce ancora ActionAid: “Solo domenica, due uomini sarebbero stati uccisi e almeno cinque feriti nel campo profughi di Tulkarem, mentre una terza persona sarebbe stata uccisa a un posto di blocco fuori dalla città di Nablus. Le famiglie che vivono nei campi profughi ci hanno raccontato il trauma dei soldati israeliani che irrompono nelle loro case durante le incursioni, lasciando i loro figli terrorizzati e incapaci di dormire. Anche la violenza dei coloni nei confronti dei palestinesi è aumentata notevolmente: l’UNOCHA ha registrato 552 incidenti dal 7 ottobre 2023. Complessivamente, quasi 400 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre, mentre più di 4.500 persone sono state ferite”.
In aumento anche arresti e detenzioni arbitrarie. “E proprio oggi gli esperti delle Nazioni Unite hanno riportato il trattamento disumano e degradante a cui sarebbero state sottoposte molte donne e ragazze detenute, tra cui aggressioni sessuali e percosse, nonché la negazione di cibo, medicine e prodotti mestruali. Condividiamo il loro orrore per la situazione e le loro richieste di piena responsabilità e giustizia”.
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