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Meloni: “Felice della fiducia che le imprese stanno riponendo in noi”

“Favorire le condizioni per chi crea lavoro è il faro della nostra azione di Governo e sono felice della fiducia che le imprese stanno riponendo in noi. I nuovi dati sull’occupazione, diffusi dall’Istat, ci incoraggiano a fare ex-ilva-protestaancora di più. Avanti così per far correre l’Italia.” Commenta così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni l’ultimo dato Istat. Ad agosto 2023, dopo il calo registrato a luglio, l’occupazione torna a crescere – di 59 mila unità rispetto al mese precedente – soprattutto tra i dipendenti a termine.
Il numero degli occupati si attesta a 23milioni 593mila e, rispetto ad agosto 2022, si registra un aumento di 550 mila dipendenti permanenti e di 48 mila autonomi, mentre il numero dei dipendenti a termine risulta inferiore di 74 mila. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 61,5%, quello di disoccupazione scende al 7,3% e il tasso inattività resta stabile al 33,5%.
E’ un dato temporaneo che racconta di persone che questa estate sono state per lo più sfruttate nei campi e nelle località turistiche. Non c’è niente da festeggiare e alcunché da magnificare. L’Ilva e tante fabbriche vengono chiuse definitivamente o lasciate in coma con cassa integrazione mentre i dati generali su povertà, salute occupazione, ambiente e diritti restano allarmanti. Cozza, dunque, un po’ cotanto trionfalismo per questo dato e ancor di più per un anno di governo, messo financo nero su bianco su un libricino redatto per le recenti celebrazioni, con cotanto complottismo, diventato la cifra comunicativa di Giorgia Meloni da quando Lampedusa è al collasso e la Finanziaria, come scrive Alessandro De Angelis su huffingtonpost, ha indossato il loden dei tagli. Inseguita dai problemi reali e dallo spettro dell’incoerenza rispetto a quanto blaterato per anni, dai blocchi navali al bengodi redistributivo, la premier si inventa nemici immaginari e vittorie di Pirro.

“Salari fermi, pensioni dimenticate. Il governo vende la Fontana di Trevi” chiosa il segretario della Cgil, Maurizio Landini che chiude così la polemica:”Il taglio del cuneo fiscale è solo una conferma. Le misure spot non stanno funzionando e intanto aumenta tutto: benziana, bollette, affitti. Questa manovra non ha il coraggio che serve al Paese. Se ci convocheranno a cose fatte proporremo a Cisl e Uil lo sciopero”

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