Cucina Pensante

Mi spezzi il cuore se non mangi la frutta

La proverbiale mela al giorno, ma più in generale il consumo della frutta, protegge il cuore, riducendo il rischio cardiovascolare fino al 40%. Lo ha dimostrato uno studio dell’università di Oxford presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) in corso a Barcellona.

L’analisi è stata condotta per sette anni su una popolazione di quasi mezzo milione di persone in Cina. Il 18% dei partecipanti aveva un consumo quotidiano, in media di circa 150 grammi, mentre il 6,3% ha dichiarato di non mangiarne mai. Nel gruppo più ‘salutista’ il rischio di malattie cardiovascolari è risultato più basso rispetto a quello con il consumo minore, rispettivamente del 15% per l’infarto, del 25% per l’ictus ischemico e del 40% per quello emorragico. Anche dal punto di vista del rischio complessivo di morte il consumo di frutta si è rivelato protettivo, con un calo del 32% rispetto a chi non la mangia mai. ”Questi dati dimostrano chiaramente che il consumo di frutta fresca riduce il rischio cardiovascolare – afferma Huaidong Du, l’autore principale -. Non solo, più se ne mangia più il rischio cala”.  

Per chi è troppo lontano dall’Italia per poter seguire la dieta Mediterranea, anche quella ‘nordica’ può essere salvacuore, a patto però che sia elaborata da uno chef stellato. Lo ha dimostrato uno studio danese presentato al meeting della Società Europea di Cardiologia (Esc) in corso a Barcellona, frutto della collaborazione tra l’università di Copenhagen e il Noma, ristorante più volte in vetta alla classifica mondiale della rivista Restaurant.

Gli esperti dell’università hanno elaborato la dieta a partire da 15 gruppi di alimenti ‘a chilometro zero’. Gli ingredienti compresi nell’elenco vanno da mirtilli e cavoli alla frutta secca al pesce tipico dei paesi nordici, come luccio, merluzzo, o rombo, dividendoli anche in base alla disponibilità stagionale. Le ricette sono state poi elaborate dagli chef del Noma, che hanno preparato un ricettario con 180 combinazioni e con dei piani che indicavano quali menu scegliere in ogni stagione. Tra gli esempi di ricette c’è il merluzzo al forno con sedano, il rombo con cavolo estivo o il luccio in crosta di pane. La dieta ‘nordica’ è stata poi testata su un gruppo di 181 uomini e donne con obesità, metà dei quali assegnati al ricettario ‘stellato’, mentre gli altri dovevano seguire una dieta tipica danese. In media la dieta ‘nordica’ ha fatto perdere 4,7 chili ai soggetti, mentre gli altri ne hanno perso 1,5, con un effetto positivo anche sulla pressione sanguigna.

”Il concetto di una dieta sana, regionale, sostenibile, stagionale e anche molto gustosa – ha sottolineato Thomas Einert, uno degli autori – può essere applicato ovunque nel mondo”. 

Fonte: Ansa

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