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Mimmo Lucano assolto in appello da quasi tutti i reati contestati. In primo grado era stato condannato a 13 anni e 2 mesi

Crollano in appello le accuse contestate all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. I giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria, infatti, lo hanno condannato a un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa. La richiesta della Procura generale era di 10 anni e 5 mesi.
Stravolta quindi la sentenza di primo grado del tribunale di Locri che gli aveva inflitto 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio, quasi il doppio della pena chiesta dall’accusa, con una sentenza assai contestata dato che la sua gestione dei migranti a Riace era stata raccontata in tutta Europa e nel resto del mondo come un modello di integrazione e solidarietà: il cosiddetto “modello Riace”.
I difensori dell’ex sindaco, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, nelle loro arringhe avevano contestato la ricostruzione accusatoria chiedendo l’assoluzione per il loro assistito e parlando di “uno stravolgimento dei fatti” e di “un uso distorto delle intercettazioni” per arrivare a una condanna “a ogni costo” di Mimmo Lucano.
Assolti inoltre tutti gli altri 17 imputati.
Le decine di attivisti radunati per tutto il giorno a Reggio Calabria in attesa della sentenza hanno festeggiato la notizia, così come quelli rimasti a Riace per stare vicini a Mimmo Lucano, che non era presente in aula.

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