Negli ultimi giorni stanno succedendo avvenimenti di enorme rilevanza senza che si sia fatta la minima informazione, paradossalmente neanche da parte della propaganda russa. Ma andiamo con ordine.
La prima notizia riguarda la NATO. La scorsa settimana ha preso il via l’esercitazione Steadfast Defender 2024 nella base NATO di Cudgel Range, a Kazlu Ruda in Lituania. Si tratta del più grande dispiego di uomini e mezzi dell’Alleanza dalla fine della Guerra Fredda con circa novantamila uomini che hanno preso parte a esercitazioni volte a dimostrare che l’alleanza è in grado di difendere tutto il suo territorio fino al confine con la Russia.
Lo scopo dichiarato è di dissuadere la Russia dal prendere di mira un Paese membro. L’esercitazione ha coinvolto i bombardieri nucleari americani di ultima generazione, i B-52 Stratofortress, ed è avvenuta a un passo dal confine con la Russia. A questa esercitazione ha partecipato anche l’Italia con ruoli di primissimo piano, utilizzando Eurofighter e Typhoon, oltre a personale di varie nazioni (lituano, ceco, svedese e norvegese). Durante l’esercitazione un B-52 Stratofortress statunitense e un Eurofighter Typhoon italiano hanno effettuato un addestramento con una azione aria-terra.
Lo stazionamento di bombardieri B-52 statunitensi in Europa non rappresenta una novità, quello che è eccezionale, essendo la prima volta che accade, è che in queste esercitazioni si sono sparate bombe vere, fatto ancor più grave perché successo al confine con la Russia. Non ci vuole la palla di cristallo per immaginare quale sarebbe stata la reazione di USA e associati a parti invertite.
La seconda notizia riguarda l’autorizzazione all’utilizzo di sistemi missilistici a lungo raggio Atacms presenti negli arsenali ucraini. I missili Atacms avrebbero dovuto essere lanciati soltanto per combattere le truppe russe e nordcoreane nella regione di Kursk ma sembra che siano stati utilizzati anche contro obiettivi militari nelle vicinanze di Mosca. Su questo episodio gli interrogativi sono molteplici.
Il primo riguarda l’opportunità che un presidente a meno di due mesi dal passaggio di consegne al suo successore intraprenda un’azione che rappresenta sicuramente una escalation nel coinvolgimento degli USA nel conflitto ucraino anche per il fatto che sembra che l’utilizzo di questi sistemi di arma sia possibile solo con addestratori americani sul campo, il che rappresenterebbe una ulteriore conferma del diretto coinvolgimento statunitense nel conflitto.
Il secondo interrogativo riguarda il ruolo di Trump in questa decisione. E’ estremamente improbabile che Biden abbia agito senza informare preventivamente il suo successore. Trump ha più volte dichiarato che avrebbe risolto il conflitto in pochi giorni, le voci su una possibile telefonata con Putin confermerebbero questa intenzione. Quali vantaggi avrebbe dall’inasprirsi dei combattimenti? L’unica ipotesi è quella che proprio una più forte posizione militare ucraina potrebbe portare Putin al tavolo delle trattative. Ma qui stiamo davvero nel campo delle ipotesi.
La terza notizia è di oggi, la Russia ha lanciato un missile balistico intercontinentale dalla regione meridionale di Astrakhan durante un attacco mattutino contro l’Ucraina. È la prima volta che la Russia utilizza un missile così potente e a lungo raggio durante la guerra. La notizia è riportata dal Guardian. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non smentisce con una frase “Vi consiglio di rivolgervi alla Difesa, non ho nulla da dire in questo momento sull’argomento” che sembra essere, invece, una conferma.
In tutto questo arriva anche la notizia che la Svezia ha recentemente iniziato a distribuire nuovi opuscoli ai propri cittadini contenenti istruzioni dettagliate su come comportarsi in caso di guerra. Istruzioni su come prepararsi ad un conflitto, raccomandazioni per la sicurezza personale, informazioni sui rifugi, supporto psicologico. Vengono indicate le misure per preparare una scorta di cibo, acqua potabile e farmaci essenziali. I cittadini vengono incoraggiati a essere autosufficienti per almeno alcuni giorni in caso di interruzioni dei servizi essenziali come l’elettricità, l’acqua o le comunicazioni. Il clima come si vede sta volgendo al peggio non solo dal punto di vista climatico. L’inverno della ragione è alle porte così come quello meteorologico, speriamo che arrivi presto una nuova primavera di civiltà e spazzi via le nere nuvole dell’odio e della guerra che si vedono all’orizzonte.
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