Non c’è stato nemmeno bisogno di andare al ballottaggio. La vittoria di Riad per la candidatura all’Expo 2030 è stata netta, 119 voti contro i 29 di Busan e solo 17 di Roma. Per la capitale è stata una debacle su tutta la linea. Le assenze di rappresentanti del governo nazionale aveva già fatto prefigurare che la sconfitta sarebbe stata cocente. Il povero Gualtieri è stato lasciato malinconicamente solo a rappresentare Roma. I petroldollari sono stai determinanti, su questo non ci sono dubbi. Le promesse di commesse importanti hanno certamente inquinato il voto. C’è da dire però che le condizioni nelle quali versa Roma in questo momento, la già precaria situazione dei lavori previsti per l’Anno santo, le difficoltà del governo nella gestione dei dossiers del PNRR e la pianificazione degli interventi non hanno aiutato. Il Comitato promotore di Roma Expo 2030 puntava ad arrivare al secondo turno per cercare una difficilissima rimonta ma non c’è stato nulla da fare. Resta il rammarico e la lezione se qualcuno avrà la modestia e la lucidità di capirla.
E’ fatta. Vincono i petroldollari. Non si svolgerà a Roma l’Expo 2030
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