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Nuova Zelanda, dal post-terremoto alla lotta all’obesità

Anche i Maori fanno i conti con la pancia in esubero, essendo diventati cittadini del terzo paese dell’Ocse, dopo Stati Uniti e Messico, con la più alta percentuale di obesi: 28% tra gli adulti, 10% tra bambini e ragazzi. Nel 1997 la percentuale di obesi tra gli adulti era del 19% e solo cinque anni fa del 26%.

Per aiutare a combattere questa epidemia, una ricercatrice della University of Canterbury, Alice Robertson, ha presentato un progetto secondo il quale, nella ricostruzione di Christchurch – seconda città della Nuova Zelanda, colpita da forti terremoti nel 2010 e nel 2011 – andrebbero limitati i negozi che vendono cibi già pronti, soprattutto nelle vicinanze delle scuole.

Robertson afferma che il tasso di obesità è cresciuto, sia in Nuova Zelanda sia a livello internazionale, parallelamente alla diffusione di questi negozi, la cui limitazione costituirebbe una misura di contrasto efficace, già adottata in alcune aree di Los Angeles e Londra.

L’obesità contribuisce alla morte di 2,8 milioni di persone l’anno a livello mondiale, essendo legata a gravi disturbi, come quelli cardiovascolari, il diabete e alcuni tipi di tumore.

Comunicato University of Canterbury

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