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Oltre cento le vittime dell’uragano Helene negli Stati Uniti. Più di duecento per le alluvioni in Nepal

Sono oltre cento in sei Stati americani le vittime dell’uragano Helene. Lo riferiscono le autorità avvertendo che il bilancio è destinato ad aumentare. Al momento l’uragano è il terzo più devastante degli ultimi 50 anni, dietro a Katrina nel 2015 (1.833 vittime) e Ian nel 2022 (150 morti).

E’ invece di circa duecento vittime, ed è in continuo aggiornamento, il bilancio delle inondazioni e delle frane che hanno colpito il Nepal, devastato dal passaggio di due alluvioni. Kathmandu la zona più colpita: la capitale è rimasta isolata domenica poiché tre autostrade fuori città sono state bloccate da frane. Il bilancio delle vittime, come detto, aumenterà man mano che arriveranno segnalazioni dai villaggi in tutto il paese montuoso. La polizia e i soldati dell’esercito stanno utilizzando mezzi pesanti per liberare le strade dalle frane. Il governo ha annunciato la chiusura delle scuole in tutto il Nepal per i prossimi tre giorni.

Le precipitazioni estreme hanno causato anche una serie di smottamenti: il ministero degli Interni ha fatto sapere che le ricerche di sopravvissuti sono ancora in corso. E che gli oltre tremila uomini inviati sul posto stanno anche prestando soccorso alle numerose persone che si sono ritrovate bloccate sulle strade. “È probabile che il bilancio diventerà ancora più pesante, mentre proseguono le operazioni nelle zone colpite”, ha indicato all’agenzia Afp un portavoce delle forze di polizia.

Almeno 35 persone sono rimaste uccise mentre si trovavano a bordo di tre veicoli travolti in pieno da una grande colata di fango che ha invaso un’autostrada a sud di Katmandu. Altre tremila sono state tratte in salvo dai soccorritori, mentre l’esercito ha proceduto ad evacuarne circa quattromila, utilizzando barchegommoni e anche elicotteri.

Le autorità del Nepal cercano di riaprire i collegamenti con le aree colpite

Uno degli obiettivi delle autorità del Nepal è cercare di rendere accessibili le aree inondate: per questo prosegue senza sosta il lavoro di scavatrici e bulldozer. La paralisi delle strade, in pochissimi giorni ha già provocato le prime difficoltà di approvvigionamento di cibo nella capitale, con conseguenti aumenti improvvisi dei prezzi. La situazione sta lentamente tornando alla normalità per lo meno per quanto riguarda i collegamenti aerei, che sono ripresi a partire da domenica nello scalo di Katmandu.

I danni provocati dalle alluvioni in Nepal
I danni provocati dalle alluvioni in Nepal @ Prakash Mathema/Afp/Getty Images

Quelle che hanno colpito la nazione asiatica sono le precipitazioni più intense, in termini di concentrazione in poche ore, mai registrate per lo meno dagli anni Settanta del Novecento, secondo i meteorologi. Questi ultimi avevano d’altra parte previsto l’evento estremo, nonché le possibili inondazioni e piene dei fiumi. Per molte persone, però, mettersi al riparo è risultato impossibile.

I cambiamenti climatici moltiplicheranno gli eventi estremi

La stagione dei monsoni, da giugno a settembre, provoca ogni anno piogge particolarmente violente, ma la loro frequenza e intensità è aumentata negli ultimi anni. Gli scienziati, d’altra parte, spiegano da anni che la crescita della temperatura media globale causerà la moltiplicazione degli eventi estremi, i cui impatti verranno pagati soprattutto dalle popolazioni più vulnerabili del mondo.

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