A seguito dell’annuncio del governo polacco di una possibile sospensione temporanea del diritto di richiedere asilo in Polonia, Medici Senza Frontiere (MSF) è profondamente preoccupata e chiede alle autorità polacche di adottare tutte le misure necessarie per garantire la protezione e i diritti delle persone migranti e rifugiate.
Tale sospensione avrà conseguenze drammatiche per le persone in cerca di sicurezza in Europa e misure così restrittive e punitive, che negano percorsi legali di protezione, porterebbero solo a pratiche di frontiera più dannose al confine tra Polonia e Bielorussia ed esporrebbero ulteriormente persone già vulnerabili a condizioni di pericolo di vita.
“La volontà del governo polacco di limitare e sospendere ulteriormente il diritto di richiedere asilo è estremamente preoccupante e rischia di portare a ulteriori respingimenti e violenze incontrollate contro le persone che attraversano il confine” afferma Uriel Mazzoli, capomissione di MSF in Polonia. “Il nuovo governo polacco ha avuto l’opportunità di riformare il sistema di asilo e accoglienza del paese, ma invece ha solo intensificato una retorica politica pericolosa, radicata in una narrativa di ‘crisi’, normalizzando ulteriormente una risposta militarizzata, pratiche violente e la negazione dell’umanità alle persone che cercano sicurezza nell’Unione Europea”.
Da novembre 2022 le équipe di MSF hanno curato oltre 400 persone, molte delle quali esposte a pratiche violente e rimaste bloccate per settimane nella foresta al confine tra Polonia e Bielorussia, che presentavano gravi condizioni mediche tra cui ipotermia, spossatezza, disidratazione, lesioni ai piedi dovuti al freddo e all’umidità, e disturbi di salute mentale. Nel 2024, i team di MSF hanno registrato un forte aumento delle persone con segni di aggressioni fisiche, tra cui lividi e morsi di cane e lo scorso luglio hanno trattato per la prima volta ferite legate all’uso di proiettili di gomma. Inoltre, la metà delle persone visitate da MSF nel 2024 ha riferito di essere stata respinta, anche più di una volta.
Quest’ultimo annuncio del governo polacco rappresenta un ulteriore peggioramento di un ambiente già estremamente ostile per le persone in movimento e per chi fornisce loro assistenza umanitaria. Lo scorso giugno, le autorità polacche hanno imposto un divieto di accesso alla zona di confine, impedendo alla società civile e alle organizzazioni umanitarie di raggiungere le persone in queste aree. Nonostante le richieste ufficiali per avere accesso illimitato e indipendente all’intera regione di confine, MSF ha ottenuto l’accesso solo a una piccola parte senza poter accedere all’area lungo i 60 chilometri di confine tra Polonia e Bielorussia dove ci sono i principali punto di attraversamento delle persone in movimento.
Questo divieto non solo impedisce la fornitura di assistenza essenziale, ma impedisce anche di testimoniare molte delle violenze denunciate dalle persone che MSF cura. “Le restrizioni agli aiuti umanitari e medici al confine tra Polonia e Bielorussia sono già allarmanti, con intere zone in cui è impedito l’accesso agli operatori umanitari e una legislazione che potrebbe favorire l’uso della violenza da parte delle autorità statali” afferma Mazzoli di MSF. “Ritardare l’assistenza e le cure mediche alle persone al confine può avere conseguenze pericolose, poiché molti dei pazienti che vediamo hanno problemi di salute che possono peggiorare rapidamente”.
La sospensione dell’asilo avrà serie conseguenze sulla possibilità delle persone in cerca di sicurezza in Polonia di accedere a cure mediche e protezione. È preoccupante che tali misure straordinarie stiano diventando la nuova spregevole normalità nell’Unione Europea, dove i governi e le istituzioni sfruttano sempre di più il concetto di “crisi” per derogare agli standard minimi e ai diritti delle persone. Negli ultimi anni, le équipe di MSF nel Mediterraneo centrale, in Italia, in Libia, in Grecia hanno visto le conseguenze letali di politiche che mettono i controlli alla frontiera prima delle vite umane.
MSF chiede alle autorità polacche di ritirare la possibile sospensione del diritto di chiedere asilo e di porre fine a questa grave disumanizzazione di persone rifugiate e migranti e alla crescente militarizzazione delle risposte nei loro confronti.
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