Cucina Pensante

Quando la mela prende di aceto

Prodotto ottenuto con mele raccolte manualmente preferibilmente da piante sparse, non presenti in modo intensivo, di antica varietà (con caratteri autoctoni), maggiormente gustose e saporite. In carnico viene chiamato Aseit di mei.

Le mele appena raccolte oppure dopo un breve periodo di latenza in ambiente fresco, vengono macinate. La polpa ottenuta dalla macinatura viene spremuta tramite torchiatura. Per ottenere un succo più chiaro, senza residui, al fine di renderlo più facilmente conservabile, il succo così ottenuto viene sottoposto: a decantazione; a filtrazione; a pastorizzazione. Il succo effettuato il processo di cui sopra viene travasato in robusti fusti e poi trasferito in botti di legno, normalmente rovere, contenenti la “madre dell’aceto”. All’interno della botte, in un periodo di circa due anni, il succo delle mele si trasforma in aceto.

Fondamentale importanza per il risultato finale dal punto di vista organolettico, di gusto e sapore, assume la tecnica produttiva e l’utilizzo della madre dell’aceto.
Tradizionalmente viene prodotta nello stesso anno in cui inizia il processo produttivo, per poi rinnovarla continuamente e poter disporre della quantità di volta in volta necessaria.

Le tradizionali attrezzature in legno sono state progressivamente ammodernate per adeguarle ai dettami delle normative comunitarie di obbligo in alcuni casi, fatto che non ha cambiato le caratteristiche peculiari del prodotto.

La lavorazione del prodotto avviene in centri di trasformazione frutta regolarmente autorizzati dalle competenti Aziende Sanitarie Locali competenti per territorio. Il confezionamento e lo stoccaggio avviene in magazzini dove le condizioni igieniche e microclimatiche vengono tenute sotto stretto controllo..

La presenza dell’aceto di mele nelle vallate della Carnia ha origini molto lontane.
L’aceto di mele, come il sidro, rappresentava una fonte di autoconsumo di particolare importanza per la vita delle famiglie della Carnia, nell’impossibilità di produrre, ma soprattutto di acquistare il tradizionale aceto di vino.

Fonte: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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