Il tema Feeding the Planet, Energy for Life lascia pochi dubbi a riguardo: il cibo sarà il grande protagonista della prossima esposizione universale. Di cibo si parlerà, il cibo lo si guarderà e sarà al centro di tutta la visitor experience all’interno dei padiglioni. Ma quanto se ne mangerà? La società organizzatrice di Expo Milano 2015, a riguardo, fa attualmente riferimento a una stima basata su dati Eurisko del gennaio 2013, che prevede 24 milioni di ingressi sul sito espositivo nel corso dei sei mesi della manifestazione. Un afflusso che si dovrebbe tradurre nell’erogazione di 26 milioni di pasti. Che non saranno però serviti in modo omogeneo: 13 milioni finiranno sulle tavole nei 55 giorni di picco (weekend e festivi), quando arriveranno fino a 250 mila persone alla volta; gli altri 13 milioni sfameranno i visitatori nei restanti 129 giorni, quando l’afflusso medio sarà intorno ai 90 mila ingressi.
Nel complesso, i calcoli fatti dicono che ci sarà bisogno di circa 46 mila tonnellate di alimenti: 33 mila tonnellate di bevande e 13 mila tonnellate di cibo solido. Il consumo sarà distribuito nella giornata, ma con un concentramento abbastanza evidente intorno a mezzogiorno. L’ora della colazione assorbirà infatti il 6% delle consumazioni, quella del pranzo il 65%. Il 17% dei consumi avverrà in forma di snack nel pomeriggio, mentre il 12% sarà effettuato a cena. E questa è una grossa novità, visto che Expo 2015 sarà la prima esposizione universale a restare aperta anche in orario serale, da mercoledì a domenica. In tutto questo, a far fronte alla domanda di cibo saranno le 140 unità di ristorazione presenti sul sito, per un totale di 60 mila metri quadri di superficie. Il 40% gestito da Expo 2015 Spa, il 60% da partner e paesi partecipanti.
Per quanto riguarda la parte in mano alla società Expo, la parola d’ordine sarà “diversificazione”. Per questo verranno allestiti 10 edifici di grandi dimensioni – detti “stecche” – perpendicolarmente al viale del Decumano. Altre strutture di medie dimensioni saranno posizionate in vari punti dell’area espositiva, così come i chioschi per la distribuzione di cibo d’asporto. Per gli assetati, saranno poi predisposte anche delle “case dell’acqua”, sul modello di quelle già esistenti in molte zone di Milano e dei paesi limitrofi. La loro installazione sarà effettuata sulla base dell’accordo che Expo ha già sottoscritto con le aziende del gruppo CAP e con Metropolitana Milanese. Un occhio di riguardo, infine, andrà al tema della sostenibilità: si mangerà molto, dunque, ma si cercherà di non sprecare nulla e di avere un’impronta ecologica controllata. Per questo si lavorerà sulla riduzione del packaging, sulla raccolta differenziata e sul recupero del cibo non consumato. A riguardo, i criteri seguire per tutti gli operatori saranno quelli elencati nelle Linee Guida Green Procurement stilate dagli organizzatori.