“L’unico modo per evitare l’ingresso a Rafah è raggiungere un accordo sugli ostaggi”. Lo ha detto a Times of Israel una fonte israeliana secondo cui c’e una forte pressione internazionale affinchè l’operazione non abbia luogo. “Nessuno – ha ammesso la fonte – vuole che Israele entri a Rafah”. Secondo la stessa fonte, nella sua controproposta Israele ha fatto “grandi concessioni”, incluso il ritorno dei palestinesi sfollati nel nord della Striscia: una delle principali richieste di Hamas. La fazione islamica sarà domani al Cairo e potrebbe dare la sua risposta.
In verità, secondo quanto riportato da Channel 14, il governo Netanyahu ha avuto notizia del fatto che nelle prossime settimane verranno emessi mandati di arresto per “crimini contro l’umanità” a carico dei vertici dell’esecutivo e dell’IDF, inclusi il Primo Ministro Netanyahu e il Ministro della Difesa Yoav Gallant.
Sarebbe questa la ragione alla base della volontà di Bibi di cercare un “accordo dell’ultimo minuto” con #Hamas|Islamisti radicali, sperando nel fatto che una mancata invasione di Rafah possa scongiurare l’adozione di misure cautelari da parte della Corte Penale Internazionale.
Se un mandato d’arresto dovesse essere emesso nei suoi confronti, Netanyahu diventerebbe il primo leader di governo di uno Stato occidentale a riceverlo. Evento che gli precluderebbe l’ingresso in 128 Stati del mondo, pena l’arresto in loco.
Alla luce delle voci sulla possibilità che la Corte Penale Internazionale dell’Aia emetta mandati di arresto contro alti funzionari israeliani: il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha incaricato tutte le ambasciate israeliane nel mondo di prepararsi immediatamente allo scoppio di una grave rivolta antiebraica e anti-israeliana e un’ondata di antisemitismo senza precedenti nel mondo.
Comunque sia, nel frattempo, Il capo di stato maggiore Herzi Halevi ha approvato “i nuovi piani” per la continuazione della guerra a Gaza, in previsione anche della imminente operazione di terra a Rafah. Lo ha fatto sapere lo stesso esercito. Alla riunione era presente anche il comandante del Fronte sud dell’Idf, il generale Yaron Finkelman.
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