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Roma, 20enne picchiata e stuprata il giorno di Natale: arrestato 29enne

E’ stata costretta a subire rapporti sessuali, dopo essere stata picchiata, tanto da riportare una prognosi medica di 20 giorni, da un ragazzo di 29 anni, che aveva conosciuto a giugno in un locale a Ponte Milvio a Roma. L’inferno, per la vittima è cominciato il pomeriggio del 25 dicembre quando il 29enne italiano, E. R. le sue iniziali, l’ha convinta ad incontrarlo per regalarle un panettone. Ma quando la ragazza, anche lei italiana, di qualche anno più piccola di lui l’ha incontrato, quest’ultimo l’ha trascinata per i capelli e fatta salire a forza in macchina colpendola a pugni e schiaffi in testa come una furia, e l’ha portata prima in due parcheggi isolati, dove il ragazzo ha consumato più volte la cocaina, e poi l’ha condotta in una villa nella zona del Quartaccio, dove vive con i genitori e dopo essersi chiuso in una stanza al piano terra con lei l’ha violentata per tutta la notte minacciandola di morte. La vittima, che è riuscita a farsi riportare a casa solo la mattina seguente, ha raccontato tutto ai genitori che l’hanno portata prima in ospedale e il giorno dopo al commissariato di polizia di Prati e alla squadra mobile della questura poi, dove ha presentato la denuncia.

Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare con cui il Gip del tribunale di Roma, Flavia Costantini, ha mandato nel carcere di Regina Coeli il 29enne: “Una volta dentro casa sua mi ha intimato di fare silenzio, minacciandomi di ammazzarmi di botte, se i suoi genitori mi avessero sentita gridare e mi ha portato in camera da letto che è ubicata nel seminterrato della sua villa. Li ha abusato di me punto. Mi dimenavo, chiudevo le gambe, gli tiravo calci ma lui mi ha buttato sul letto e mi ha detto “se non sc.. con me non torni a casa viva”. Si è gettato su di me bloccandomi le mani e mi ha violentato senza protezione, costringendomi ad aprire le gambe e sfilando con violenza la mia biancheria intima”. Nell’ ordinanza si legge ancora: “L’indagato aveva costretto la ragazza a inviare un messaggio alla madre per tranquillizzarla e per impedire di fuggire le aveva tolto il cellulare e l’aveva chiusa in camera a chiave; l’aveva poi minacciata di morte se avesse raccontato tutto ai genitori di lui (con i quali comunque la … non si sentiva sicura in quanto avevano avuto in precedenza un atteggiamento comprensivo nei confronti del figlio, nonostante lei avesse loro riferito di essere stata da lui picchiata)”. Questa mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari, Emanuela Attura, si è svolto l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli.

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