In Ucraina come in Russia vive l’incubo dell’arruolamento di massa. Non c’è per il momento. Ma forse sarà necessario se il conflitto durerà ancora. Gli uomini che potrebbero partire per il fronte sono scomparsi. «Restano chiusi in casa o in luoghi clandestini senza mai uscire. Non vanno in giro e neppure al lavoro per paura di ricevere il cartellino», racconta Oleksandr Yalovol, fondatore dell’hub umanitario “Est-Ovest” e referente locale del partito d’opposizione dell’ex presidente Petro Poroshenko. Poi cita l’esempio della sua Ong: «Siamo cercando da tempo un uomo che abbia esperienza nella logistica per assumerlo. Non ci siamo riusciti. Solo studenti universitari». Quelli che non possono essere precettati. Anche le fabbriche del territorio hanno sempre meno lavoratori. «Perché poliziotti o soldati vanno nelle aziende per individuare chi arruolare», sostiene Oleksandr. Un terzo degli operai ha ricevuto l’invito a presentarsi ai distretti militari. Altra strategia di caccia è «fermare gli uomini in auto e consegnare loro il foglio di convocazione».
C’è poi l’ossessione delle spie che alimenta sospetti in una comunità sotto tiro. L’ultimo ucraino finito in carcere per collaborazionismo è il caposquadra di un’impresa di costruzioni di ponti. È accusato di aver inviato al nemico posizioni che hanno permesso di pianificare l’attacco di un missile su un palazzo in pieno centro dove a inizio ottobre è rimasto ucciso un bambino di dieci anni. E si sospetta che sia stata pilotata da qualche informatore anche la bomba arrivata due settimane fa sul polo di smistamento postale in cui sono morti sei addetti.
In Russia in difesa degli uomini precettati sono le donne a metterci la faccia, anzi gli adesivi. La situazione, racconta Giovanni Savino su Telegram, attorno alle mogli dei mobilitati impegnate nel ritorno dei mariti dal fronte assume connotati interessanti, perché, oltre ad appelli e iniziative, iniziano ad apparire adesivi dove la V e la Z vengono usate per slogan come “Restituitemi mio marito, mi sono rotta” (zaebat’ in russo è dal verbo ebat’ – fottere, che funge anche da radice per varie forme verbali) “restituitemi mio genero”.
Questi adesivi sono in vendita su Wildberries, marketplace russo, e chissà per quanto ci resteranno. Qui nelle foto vi sono macchine da Iževsk, Barnaul, Orël, quindi provincia profonda..