Politica

Schlein tra strategie e sfide elettorali del Pd. C’è attesa per la prossima mossa che potrebbe far ben sperare il popolo di Sinistra

C’è una domanda che circola tra i sostenitori e gli iscritti al Partito democratico: è questa tutta l’opposizione che possiamo mettere in campo contro questo governo? L’impressione che molti hanno è che la forza di contrasto del Pd ma anche delle altre forze di opposizione al governo Meloni sia piuttosto modesta. L’ultimo episodio riguarda la mozione sul terzo mandato per gli amministratori locali presentata dalla Lega in Senato contro l’opinione degli altri due partiti della coalizione di governo. Il Pd aveva la possibilità di raggiungere con un voto a favore due obiettivi. Il primo era quello di far contenti gli amministratori del Pd che già in occasione del voto contrario in commissione avevano fatto sentire tutta la loro contrarietà a questa decisione. Il secondo obiettivo sarebbe stato quello di far implodere almeno momentaneamente la maggioranza. E invece niente, se ne facciano una ragione gli amministratori Pd, dopo il secondo mandato si va a casa, punto. Giorgia Meloni ringrazia sentitamente.

Giorgia Meloni va a Kiev ad incontrare il comico ucraino al quale garantisce un piano di aiuti decennale senza neanche avere la decenza di accennare agli obiettivi da concordare che non sia la solita solfa della vittoria su tutto il fronte (una narrazione che ormai non regge né alla prova dei combattimenti né, tanto meno, sul piano della politica internazionale). Dall’opposizione ci si sarebbe aspettato fuoco e fiamme o almeno una richiesta a Meloni di riferire in aula e invece niente.

Si stanno facendo regali agli evasori come non se ne sono visti neanche in epoca berlusconiana a cominciare dalla cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali che equivale ad una vero e proprio condono mascherato. Elly Schlein batti un colpo!!! Ma neanche questa volta si è andati oltre generiche dichiarazioni fatte ad uso e consumo di quell’indecente regola che è il dichiarificio radiotelevisivo.

Nulla sulla scandalosa decisione di non consentire una commissione di inchiesta sui dossieraggi emersi in questi giorni. Non sarà che sono coinvolti giornalisti del debenedettiano Domani? Se se lo chiedono sostenitori e iscritti del Pd chissà cosa possono pensare quelli di destra.

Temi sui quali esercitare una pressione sul governo ce ne sono quanti ne volete. Ci sono dossier importanti che vengono gestiti in maniera confusa e dilettantistica (vedi ILVA), ci sono ritardi nell’attuazione dei progetti per l’utilizzo delle risorse del PNRR, il fondo per le regioni stornato a favore di non meglio precisati progetti di sviluppo territoriale (unica voce di dissenso è venuta dai presidenti di regione di destra). L’elenco potrebbe essere molto più lungo ma il senso s’è capito.

Il tema guerra. Qui l’imbarazzo di Elly Schlein è evidente. Ragion di Stato vuole che di fronte a situazioni come quelle di una guerra ci si compatti intorno al comune interesse nazionale. Il PD e prima ancora tutte le sigle che lo hanno preceduto a cominciare dal vecchio e (chi lo avrebbe mai detto) rimpianto PCI dell’affidabilità istituzionale hanno sempre fatto una loro bandiera ma sant’iddio si potrà sentire una proposta che chieda all’esecutivo di farsi promotore di una iniziativa di pace non generica ma andando a delineare concretamente quali possono essere i punti di compromesso per aprire i negoziati? Non può mica fare tutto Bergoglio. O dobbiamo solamente farci baciare in fronte dal nonno di Washington? E invece? Niente, un piede nel pacifismo di facciata e l’altro ben più saldamente piantato nel voto a favore dell’invio di armi all’Ucraina perché continui a farsi massacrare in una guerra senza speranze.

Se questa è l’opposizione si deve soltanto sperare che Matteo Salvini non trovi nulla di meglio che fare il Sansone della situazione e trascini nell’inevitabile declino della Lega tutta la maggioranza. Per sostituirla poi eventualmente con cosa? Una coalizione con un partito nato per distruggere il Pd i cui elettori al solo sentire il termine (peraltro orribile) di “campo largo” si rifugiano nell’astensione o tornano a casa votando a destra? Le varie elezioni regionali danno esiti contraddittori, in Sardegna il M5S tiene perché è loro il candidato alla presidenza, in Abruzzo gli elettori grillini disertano in massa. Non è certo questa la strada per una alternativa forte e credibile. Con questi chiari di luna Giorgia Meloni Palazzo Chigi se lo può anche arredare a suo gusto come fece improvvidamente Silvio Berlusconi al suo primo mandato.

Elly Schlein è un corpo estraneo nel Pd, questo lo si è sempre saputo. Così come si è sempre saputo che (lo dicono i numeri) ad eleggerla sono stati i voti dei non iscritti. All’interno delle sezioni la maggioranza ce l’ha Bonaccini che è stato finanche troppo corretto nel non spingere i suoi a mettersi di traverso ad ogni occasione come qualcuno prevedeva e altri speravano (leggi un certo senatore tosco saudita). Questo però non può essere un alibi per la segretaria, deve invece essere un punto di riflessione che la spinga su posizioni sempre più nette e precise proprio per distinguersi da quella minoranza/maggioranza interna che aspetta di vedere le sue carte.

Le prossime elezioni europee saranno un banco di prova formidabile per tutti i partiti di maggioranza e di opposizione. Si voterà con il proporzionale puro e sbarramento al 4 per cento, ognuno andrà per la sua strada, nessun compromesso, nessuna coalizione. Sono le condizioni perfette per presentarsi al proprio elettorato. Starà a Elly Schlein cogliere l’opportunità per definire una volta per tutte una linea chiara per il partito ed una idea chiara per il futuro.

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